Sulla sanità italiana interviene l’ex sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo

redazione

Sulla sanità italiana interviene l’ex sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo

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venerdì 05 Aprile 2024 - 09:22

Egregio direttore,

in questi giorni, 14 scienziati italiani di fama mondiale, fra cui il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, il farmacologo Silvio Garattini, l’immunologo Alberto Mantovani, il presidente del consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, ematologo dell’ospedale Bambin Gesu’, hanno sottoscritto un appello per far incrementare il finanziamento del nostro Servizio sanitario nazionale, se si vuole farlo funzionare meglio e non renderlo come quello americano, dove chi ha molti soldi si può curare bene, chi ne ha pochi o non ne ha, non può accedere alla diagnostica e terapia più innovativa.

Sistema che è in mano alle assicurazioni, dove tanti non si possono permettere di assicurarsi, che nonostante costa il triplo, i cittadini hanno una vita media inferiore di 6 anni, rispetto a noi. Il nostro SSN, che è universalistico, da quando è stato instituito nel 1978 e fino al 2019, ha contribuito a incrementare l’aspettativa di vita di circa 10 anni, da 73,8 a 83,6 anni. Oggi molti dati dimostrano che il sistema è in crisi. C’è un arretramento di alcuni indicatori di salute, difficoltà crescente di accesso ai percorsi diagnostici e di cura, liste d’attesa troppe lunghe, e si fa poca prevenzione e poche persone vengono sottoposte agli screening per la diagnosi precoce del cancro, e i nostri adolescenti sono fra i più obesi d’Europa. Inoltre c’è un aumento della disuguaglianza regionale e sociale.

L’attuale spesa sanitaria non è in grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l’Autonomia differenziata rischia di ampliare ancor di più il divario fra Nord e Sud, già attualmente elevato. Nel documento si evidenzia che i costi dell’evoluzione tecnologica, i mutamenti epidemiologici e demografici e la difficoltà della finanza pubblica, hanno reso sottofinanziato il Ssn, al quale nel 2025 sarà destinato appena il 6,2% del Pil, meno di vent’anni fa. L’appello continua affermando che molto si può e si deve fare sul piano organizzativo, ma la vera emergenza è “adeguare il finanziamento del Ssn agli standard dei paesi europei avanzati, all’8% del Pil”. La Germania e la Francia superano il 10%. Parte della spesa deve essere indirizzata nell’edilizia ospedaliera, molti ospedali sono troppo vecchi e bisogna rimuovere gli squilibri territoriali. “Investire più risorse sul Ssn è urgente e indispensabile, perché se questo funziona bene, non solo tutela la salute dei cittadini ma contribuisce anche alla coesione sociale”.

Da siciliano e da medico che ho sempre lavorato in ospedali pubblici, non posso non complimentarmi e ringraziarli per questo grido d’allarme e questa presa di posizione così netta a favore del Ssn, e della necessità di ridurre il divario fra il sud e il nord dell’Italia. Per quanto riguarda la nostra provincia, la maggior spesa sanitaria dovrebbe essere investita per aumentare i posti letto ospedalieri, almeno altri 600, in atto ne abbiamo meno della metà di quelli necessari per poterci curare, creare nuovi reparti di eccellenza, potenziare quelli esistenti, costruire 1-2 ospedali ognuno di tre- quattrocento posti letto, potenziare e rinnovare le apparecchiature per la diagnostica, assumere personale sanitario adeguato oltre a riorganizzare gli ospedali in funzione delle patologie, che sono soprattutto quelle cardiovascolari e oncologiche. Speriamo che i governanti nazionali e regionali, di qualsiasi colore politico li ascoltino.

Dott. Alberto Di Girolamo

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