Il voto segreto affonda la riforma delle Province. Alla prima votazione sull’articolo 1 del ddl, le opposizioni hanno chiesto il voto segreto su un emendamento soppressivo: a quel punto il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno ha messo in votazione il mantenimento dell’articolo e il risultato è stato di 40 voti contrari e 25 favorevoli. L’articolo 1 conteneva alcuni principi cardine della riforma che avrebbe riportato in vita le Province: tra questi l’elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri provinciali. Il no all’articolo, di fatto, affossa la riforma. Al momento del voto in aula erano presenti 65 deputati, 36 dei quali appartenenti alla maggioranza. All’appello mancano quindi undici voti per il centrodestra.
Subito dopo il voto il governatore Renato Schifani ha lasciato palazzo dei Normanni. Nella stanza del governo si sono riuniti Galvagno, il vice presidente della Regione con delega ai rapporti con l’Assemblea Luca Sammartino e il coordinatore siciliano di Forza Italia Marcello Caruso.
“Lo schiaffone a Schifani sulle Province si è sentito fino a Roma e non può non avere conseguenze. Questo governo deve andare a casa”. Lo afferma il capogruppo del M5s Antonio De Luca. “Si tratta di un risultato anche più clamoroso di quello che immaginavo, anche se avevo sottolineato che questo ddl non era condiviso nemmeno dalla sua maggioranza ma Schifani ha avuto l’arroganza di presentarsi in aula e prendere in diretta questa sonora batosta sulla legge che porta la sua firma – ancora De Luca -. Ora tragga le dovute conseguenze e si dimetta, anche perché questa è l’ennesima dimostrazione che questo governo non ha più maggioranza né in aula né fuori da essa”.