Una storia drammatica di abusi e difficoltà arriva da lontano, dalla Marsala di 50 anni fa, ci viene raccontata oggi dall’ex ispettore Elio Piazza.
Ero direttore di uno dei sei Circoli didattici di Marsala ciascuno dei quali comprendeva scuole delle nostre contrade. Un giorno, prima che terminassero le lezioni, squilla il telefono:
- Pronto!
- Sono l’Insegnate x y ed ho urgenza di parlare con Lei.
- Che cosa è successo?
- Cosa gravissima.
- E’ morto qualcuno ?
- No. Peggio ….!
Da quell’insegnante che gode della mia massima stima non so cosa attendermi. Certamente qualcosa di molto serio. Di lì a poco eccola arrivare in preda a una certa agitazione. In assoluta segretezza mi comunica che una sua alunna dodicenne veniva ripetutamente molestata dallo zio. Se a dodici anni la bambina era ancora nelle elementari qualche fragilità doveva pur averla. Non chiedo nulla della bambina né dei particolari della vicenda. Mi basta ricevere indicazioni anagrafiche relative allo zio, responsabile di quel turpe abuso. Assicuro alla maestra che mi occuperò subito del caso chiedendo un appuntamento al Commissario di Pubblica Sicurezza. Nel pomeriggio mi reco in Commissariato e vengo ricevuto molto cordialmente dal Commissario. Saputo della delicata questione mi dice quasi cantilenando: Direttore….Direttore, lei non doveva venire qui…non doveva venire qui.
Era evidente che avrebbe volentieri fatto a meno di affrontare una situazione quanto mai delicata. Ma il Commissario era laureato in Pedagogia e quindi aveva una certa affinità di strategie educative con la Scuola.
Mi sorprende la assoluta oralità del colloquio. Nessuna denuncia scritta, nessun verbale né formale richiesta di documenti.
Non so nulla di quanto abbia fatto il Commissario. Immagino che abbia coniugato la Pedagogia con il rigore della Legge, tutelando senza esitazione l’integrità personale della bambina.
L’Insegnante non mi telefona neppure sull’esito del nostro intervento e comprendo che le molestie erano cessate.
A distanza di oltre cinquant’anni continuo ad ammirare la tempestività e la riservatezza di quella maestra che fino alla tomba in cui riposa ha conservato quel segreto ermeticamente blindato.
E mi piace pensare che la bambina di allora che nulla aveva rivelato ai genitori, sia ora mamma e nonna, felicemente integrata nel contesto parentale e di vicinato, rispettata ed amata da figli e nipoti.
Elio Piazza