Sversò carburante nelle acque del Porto di Trapani, rinviato a giudizio comandante egiziano

redazione

Sversò carburante nelle acque del Porto di Trapani, rinviato a giudizio comandante egiziano

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giovedì 22 Giugno 2023 - 15:47

Si conclude con la richiesta di rinvio a giudizio e la fissazione dell’udienza preliminare la vicenda che nel maggio 2022 ha coinvolto il Comandante egiziano della nave mercantile “LADY FARIDA”, approdata in porto ed accusata di aver sversato un ingente quantitativo di idrocarburi in ambito portuale.

Le complesse attività d’indagine svolte dai militari della Capitaneria di Porto di Trapani, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, hanno consentito di formulare numerose ipotesi di addebito a carico del Comando della nave “LADY FARIDA”, all’epoca dei fatti ormeggiata nel porto di Trapani, lungo la banchina Isolella per operazioni commerciali. 

Di seguito ed in sintesi, si ricostruiscono i fatti accaduti il giorno 24 maggio 2022.

Alle ore 07:10 di martedì 24 maggio 2022, veniva segnalato un inquinamento nel porto di Trapani da idrocarburi, rilevato all’interno delle darsene e dei pontili galleggianti, caratterizzato da un’ampia chiazza nera di prodotto aggrumato, molto compatto e denso, esteso a chiazze per uno specchio acqueo di circa 350 metri, che aveva intaccato navi ed infrastrutture portuali, recando danni a numerose imbarcazioni.

L’improvviso mutamento delle condizioni meteorologiche in zona, con venti variabili, avrebbe potuto determinare lo spostamento delle sostanze inquinanti verso il c.d. “canale di mezzo”, unico canale di collegamento con la Riserva naturale orientata delle Saline di Trapani e Paceco, vasta area di grande interesse naturalistico ambientale.

L’esigenza di scongiurare il fenomeno di contaminazione induceva l’allora Capo del Compartimento Marittimo pro-tempore a dichiarare lo Stato di Emergenza Locale, attivando immediatamente le procedure operative previste dal Piano Antinquinamento Locale per proteggere le vicine vasche di salina produttiva e l’area protetta prospiciente.

Furono necessari numerosi e costosi interventi di aspirazione con mezzi specializzati ministeriali del Consorzio Castalia, oltre al posizionamento di numerose barriere meccaniche di contenimento dei circa 3.000 litri di fuel oil aspirato. La tempestività delle operazioni permise di evitare conseguenze molto gravi per il vicino ecosistema protetto.

Le ipotesi investigative della Capitaneria di Porto di Trapani, supportate da accertamenti tecnici ed ispettivi eseguiti, attribuiscono tutte le responsabilità dell’evento al Comandante della nave “LADY FARIDA”, per i reati previsti e puniti dal Codice penale e dal D.Lgs. n. 202/2007 – Attuativo della direttiva 2005/35/CE “inquinamento provocato da navi” e saranno vagliate dal Giudice nel corso dell’udienza preliminare.

Le attività investigative ambientali svolte, rientrano in una più ampia attività di monitoraggio e controllo ambientale del territorio che la Guardia Costiera realizza nell’ambito delle linee d’indirizzo impartite della Direzione Marittima della Sicilia Occidentale e sotto il diretto coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani.

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