Emanuele Granata, un marsalese nella Guerra Civile Spagnola (1936-1939)

redazione

Emanuele Granata, un marsalese nella Guerra Civile Spagnola (1936-1939)

Condividi su:

venerdì 16 Giugno 2023 - 07:00

Emanuele Martino Granata, nasce a Marsala il 5 maggio 1906 da Domenico e Francesca Diana nella via Domenico Guerrazzi n. 6 (quasi sicuramente l’attuale via Sanità). Il padre Domenico, carrettiere, era espatriato in Tunisia, quando il piccolo Emanuele e la moglie lo raggiunsero.

Da giovane, Emanuele lavora in Tunisia come manovale e abbraccia gli ideali anarchici. Perseguitato dal fascismo e dalle polizie, espulso da tutti i paesi europei, è costretto a fuggire da Tunisi e a ripararsi, con nomi falsi, nei luoghi in cui si trovavano i suoi ‘compagni’, spesso da clandestino.

Si rifugia prima in Spagna e poi in Francia; qui viene arrestato agli inizi degli anni ’30 a Briançon con gli anarchici Edmondo Lelli, Ulisse Merli e Amleto Lippi: furono sorpresi infatti con 38 kg di esplosivo contenuti in una valigia. Processato per direttissima, Emanuele Granata viene assolto ma espulso e costretto a rifugiarsi nel Marocco spagnolo. Viene arrestato a Melilla durante i Moti rivoluzionari dell’aprile del 1932 e, detenuto per 26 giorni, viene trasferito a Malaga, in Spagna; poi da qui espulso dal Paese.

Segnalato in Tunisia, nel 1935, frequenta gli anarchici Giovanni Puccioni e Vincenzo Mazzone e agli inizi del 1936 viene imprigionato a Marsiglia, per avere violato il provvedimento di espulsione dalla Francia. Liberato dopo poche settimane, nell’estate del ’36 si trova ad Algeri, dove – secondo le spie dell’OVRA “Opera Vigilanza Repressione Antifascismo” – prepara con altri anarchici un attentato al Duce, Benito Mussolini.

Il 12 agosto del 1936, a poco meno di un mese dallo scoppio della Guerra Civile Spagnola (19 luglio 1936), l’anarchico marsalese arriva a Barcellona con l’aiuto di Giuseppe Pasotti e si arruola nella colonna italiana (sezione nazionale della colonna ‘Ascaso’) che si costituisce a Barcellona il 17 agosto dello stesso anno. La Colonna ‘Ascaso’ viene subito impiegata in favore della Repubblica Spagnola nei combattimenti a Monte Pelato il 28 agosto ’36, dove caddero il Comandante della colonna Mario Angeloni ed altri compagni.

Successivamente, la Colonna occupa Tardienta e Almudévar, quest’ultima patria degli ‘Ascaso’, tagliando le comunicazioni tra Huesca e Saragozza. Il 2 settembre del ’36, Emanuele Granata combatte con i suoi proprio a Huesca e si troverà nel fronte aragonese fino al febbraio del ’37, quando si spande la notizia – del tutto infondata – della sua morte in battaglia.

La Questura di Trapani, il 17 ottobre del ’36 lo segnala come residente in Spagna “anarchico da arrestare” (foto di www.antifascistispagna.it archivio Istituto Nazionale Ferruccio Parri – Biografie – Emanuele Granata). Nel maggio del ’37 si trova a Barcellona nelle “Giornate Tragiche” con Corrado Perissino e il compagno argentino Juan Verde, dove si rifugiano presso il Comité di Sanz in Piazza di Spagna a Barcellona. Gli anarchici sostennero insieme al popolo insorto, la resistenza contro il tentativo di colpo di stato comunista, non riuscito ma conclusosi con l’assassinio degli anarchici italiani Camillo Berneri, Francisco Barbieri e altri 500 tra anarchici e rivoluzionari del POUM, Partito Operaio di Unificazione Marxista.

Tornato in Francia alla fine del 1938, Granata passa poi in Belgio dove viene arrestato e carcerato in Lussemburgo. Rientrato a Bruxelles nell’ottobre dello stesso anno, si arruola nell’Esercito Francese fino alla metà del 1940, allorquando scappa in Tunisia dove viene arrestato e internato nell’ottobre dell’anno successivo nel campo di sorveglianza di Le Kef, assieme ad altri compagni tra cui il futuro sindaco di Napoli Maurizio Valenzi.

Nel marzo del ’42 è ancora prigioniero in Tunisia. Parteciperà alla resistenza nelle file della 28ª Brigata Garibaldi “Mario Gordini” nel ravennate. Dopo la Liberazione, il 4 dicembre entra nel CNL (Comitato di Liberazione Nazionale) locale per conto degli anarchici nel neo costituito Movimento Comunista Libertario.

Anni dopo, nel ’47, Granata si trova a Milano nella FAI (Federazione Anarchica Italiana) ed è protagonista del Movimento Anarchico Lombardo collaborando alla stampa libertaria e partecipando al 3° Congresso di Livorno della FAI nell’aprile del 1949; con altri 30 anarchici è tra coloro che interviene a “L’Anarchismo e i lavoratori”, un convegno di studi sui rapporti tra Movimento Anarchico e Movimento dei Lavoratori. Gli atti del convegno saranno pubblicati dal 1950 dalla casa editrice Gruppo Milano 1.

Negli ambienti milanesi frequenta gli anarchici Marco Pirelli, Alberto Moroni ed Ernesta Sacchi che sposerà a Milano l’8 agosto del 1953. L’Umanità Nova, prestigioso settimanale anarchico fondato da Errico Malatesta nel 1920, dedica a Emanuele Granata un articolo in cui ricorda la sua figura di militante: “Il compagno Emanuele Granata, dopo atroci sofferenze, dovute al male che lo torturava, alleviate dalle cure della sua compagna, ci ha lasciati il 13 aprile scorso (1966). Il funerale, in forma strettamente civile, si è svolto l’indomani a Milano, seguito dai compagni ed amici ed il suo corpo cremato. Con Emanuele Granata scompare un compagno buono, legato all’anarchismo sin dalla giovinezza, perseguitato dal fascismo e dalle polizie […] la sua vita appartiene ad uno scorcio di storia di anarchismo militante, da lui intensamente vissuta, che merita di essere ricordata ed additata, ai giovani soprattutto, quale esempio di rettitudine militante, di tolleranza e appassionata fedeltà alle idee che egli propagò e difese con dignità e coraggio” (Umanità Nova – 30 aprile 1966 pag. 4).

Emanuele Granata, nato il 5 maggio 1906 a Marsala, muore così a Milano, il 13 aprile 1966, a pochi giorni dal suo 60° compleanno.

[ Giovanni Marchetti, ispanista ]

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta