ROMA (ITALPRESS) – E’ necessario “rendere le cose semplici. Purtroppo, la burocrazia è un problema che ci affligge in maniera significativa”. E’ quanto afferma Mario Mattioli, presidente di Confitarma, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Italpress Economy.
“Il mare rappresenta il 90% degli scambi, c’è un mercato enorme ma anche in concorrenza perfetta, tutti i giorni abbiamo a che fare con navi che, battendo una bandiera diversa da quella italiana, hanno a monte una legislazione diversa e, in taluni casi, molto meno impegnativa e meno costosa – prosegue -. Noi abbiamo un codice del 1942 che oggi non è più moderno, per questo abbiamo proposto una serie di riforme a costo zero che significa digitalizzare, in Italia questo non si riesce a fare perchè abbiamo un tarlo: quando parliamo di sburocratizzazione sembra che noi vogliamo allargare le maglie e rendere le scappatoie più semplici, ma non è così”.
Per Mattioli “il vero tema è l’utilizzo della tecnologia moderna. Il nostro punto di vista – prosegue -, non è certamente quello di allargare le maglie dando la possibilità di fare elusione o evasione, il nostro ragionamento è: utilizziamo la tecnologia disponibile affinchè i processi siano corti” perchè il fattore “tempo” è importante.
Il numero uno di Confitarma, inoltre, commenta la decisione del governo di istituire il Ministero delle Politiche del Mare: “Per tutto il contesto marittimo allargato avere ritrovato la parola ‘marè in ambito governo è una cosa straordinariamente importante. L’Italia, pur essendo un paese marittimo bagnato da 8 mila km di coste, ha perso la sua vocazione marittima; quindi, il fatto di avere il Ministero del Mare è sicuramente un’ottima notizia. Ovviamente – osserva -, nel momento in cui si fa un nuovo Dicastero, o lo si programma con anni di anticipo e si mettono le varie funzioni, oppure si lancia un Ministero con un programma massiccio di lavoro. Probabilmente nel giro di questa legislatura noi vedremo dei contenuti traslati da altri Ministeri nell’ambito del Ministero del Mare. Con il ministro Musumeci ci siamo visti, con lui c’è un dialogo aperto, una grandissima stima; ha messo in piedi il Cipom e l’idea sarebbe che entro fine luglio, ma io immagino subito dopo l’estate, dovremmo avere una sintesi delle varie audizioni sulle tematiche relative al mare, questo per avere una sintesi che sarà poi il Piano per le politiche del mare”.
Mattioli, infine, evidenzia come “senza la catena logistica alimentata dal trasporto via mare, noi non avremmo la globalizzazione e un mondo così unito, questo lo abbiamo visto in maniera importante durante la pandemia dove senza il settore marittimo, assieme alla parte logistica, non avremmo avuto medicinali, cibo e ci sarebbero stati supermercati completamente vuoti. Il 90% del totale delle merci scambiate nel mondo transita via mare, ovvero circa 11 miliardi di tonnellate, questo 90% di merci a livello economico rappresenta il 70% del valore di tutte le transazioni mondiali. E’ un’industria estremamente importante”, conclude.
“Il mare rappresenta il 90% degli scambi, c’è un mercato enorme ma anche in concorrenza perfetta, tutti i giorni abbiamo a che fare con navi che, battendo una bandiera diversa da quella italiana, hanno a monte una legislazione diversa e, in taluni casi, molto meno impegnativa e meno costosa – prosegue -. Noi abbiamo un codice del 1942 che oggi non è più moderno, per questo abbiamo proposto una serie di riforme a costo zero che significa digitalizzare, in Italia questo non si riesce a fare perchè abbiamo un tarlo: quando parliamo di sburocratizzazione sembra che noi vogliamo allargare le maglie e rendere le scappatoie più semplici, ma non è così”.
Per Mattioli “il vero tema è l’utilizzo della tecnologia moderna. Il nostro punto di vista – prosegue -, non è certamente quello di allargare le maglie dando la possibilità di fare elusione o evasione, il nostro ragionamento è: utilizziamo la tecnologia disponibile affinchè i processi siano corti” perchè il fattore “tempo” è importante.
Il numero uno di Confitarma, inoltre, commenta la decisione del governo di istituire il Ministero delle Politiche del Mare: “Per tutto il contesto marittimo allargato avere ritrovato la parola ‘marè in ambito governo è una cosa straordinariamente importante. L’Italia, pur essendo un paese marittimo bagnato da 8 mila km di coste, ha perso la sua vocazione marittima; quindi, il fatto di avere il Ministero del Mare è sicuramente un’ottima notizia. Ovviamente – osserva -, nel momento in cui si fa un nuovo Dicastero, o lo si programma con anni di anticipo e si mettono le varie funzioni, oppure si lancia un Ministero con un programma massiccio di lavoro. Probabilmente nel giro di questa legislatura noi vedremo dei contenuti traslati da altri Ministeri nell’ambito del Ministero del Mare. Con il ministro Musumeci ci siamo visti, con lui c’è un dialogo aperto, una grandissima stima; ha messo in piedi il Cipom e l’idea sarebbe che entro fine luglio, ma io immagino subito dopo l’estate, dovremmo avere una sintesi delle varie audizioni sulle tematiche relative al mare, questo per avere una sintesi che sarà poi il Piano per le politiche del mare”.
Mattioli, infine, evidenzia come “senza la catena logistica alimentata dal trasporto via mare, noi non avremmo la globalizzazione e un mondo così unito, questo lo abbiamo visto in maniera importante durante la pandemia dove senza il settore marittimo, assieme alla parte logistica, non avremmo avuto medicinali, cibo e ci sarebbero stati supermercati completamente vuoti. Il 90% del totale delle merci scambiate nel mondo transita via mare, ovvero circa 11 miliardi di tonnellate, questo 90% di merci a livello economico rappresenta il 70% del valore di tutte le transazioni mondiali. E’ un’industria estremamente importante”, conclude.
– foto Italpress –
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