La sua approvazione definitiva non è ancora dietro l’angolo. Gli emendamenti presentati in Consiglio comunale hanno reso necessario un ulteriore passaggio in Giunta, propedeutico all’ok definitivo della Regione. Tuttavia, ci sono diversi buoni motivi che renderebbero quantomai importante l’approvazione del Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo a Marsala. Il primo è chiaramente descritto all’interno della relazione che accompagna la bozza del Pudm, che evidenzia come Marsala, nel corso degli anni, abbia perso il senso del valore (naturalistico, paesaggistico, culturale, sociale, economico,) espresso dalla linea di costa, fino a vivere “un’autentica lacerazione nel rapporto tra città, territorio e mare”. Alla luce di ciò, “la ricucitura del rapporto perso con il mare è diventata materia di riflessione progettuale fulcro del Pudm”, che ha il preciso obiettivo di “ridare alla città e al suo territorio il mare”, recependo anche uno degli orientamenti chiave per lo sviluppo di Marsala emersi nel corso della procedura partecipata che condusse alla stesura del Piano Strategico: il mare come industria del futuro (ossia, potenziale catalizzatore di risorse e progettualità in grado di integrare il tradizionale orientamento rurale dell’economia marsalese). Obiettivo principale del Pudm è, dunque, la riqualificazione della linea di costa, quantomeno da Punta d’Alga fino al litorale sud. Per quanto riguarda la Riserva dello Stagnone, invece, si sottolinea che la competenza appartiene all’Assessorato Regionale Territorio Ambiente e che, dunque, resta fuori dalla pianificazione comunale.
Complessivamente, la relazione che accompagna il Piano indica una direzione di sviluppo territoriale largamente condivisibile che andrebbe perseguita con determinazione, in tempi abbastanza rapidi. Ne è convinto il presidente del circolo Legambiente Marsala-Petrosino, Giuseppe Marino, che a riguardo afferma: “Il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo in sé è una buona cosa, perchè dà disciplina a situazioni non regolate e quindi potenzialmente oggetto di abusi. Naturalmente, prima si approva e meglio è per tutelare l’ambiente”.
Un sistema di pianificazione, coniugato ad un’adeguata politica di controlli, avrebbe sicuramente arginato la cementificazione del litorale sud (che porta con sé anche l’annoso problema degli accessi al mare), salvaguardato le dune e le spiagge dall’erosione costiera (alimentata anche dalla scellerata scelta dei frangiflutti che hanno alterato il flusso delle correnti). “Bisogna andare dritti verso l’obiettivo, per definire regole che evitino di lasciare spazio al libero arbitrio”, conclude l’ingegnere Marino, lanciando dunque un appello alle istituzioni affinchè si faccia prevalere la logica del bene comune rispetto a quella dell’interesse individuale, che troppi danni ha causato nel tempo al territorio marsalese, fino a rischiare di comprometterne seriamente lo sviluppo futuro.