Spunta un interrogatorio inedito di Matteo Messina Denaro, in cui il super boss affermava di lavorare in campagna come agricoltore.
“La residenza non ce l’ho più perché il Comune mi ha cancellato. Ormai sono un apolide. Le mie condizioni economiche? Non mi manca nulla. Avevo beni patrimoniali ma me li avete tolti tutti. Se ancora ho qualcosa non lo dico, mica sono stupido”, avrebbe dichiarato il boss arrestato il 16 gennaio e sentito lo scorso 21 febbraio dal gip Alfredo Montalto e dal pm Gianluca De Leo.
L’interrogatorio è stato fatto nell’ambito di un procedimento penale in cui il capomafia risponde di estorsione aggravata. Matteo Messina Denaro ha risposto in merito suoi soprannomi: “Me li hanno attaccati da latitante i vari giornalisti, ma io nella mia famiglia non ho avuto soprannomi”, ammettendo che dai suoi era chiamato U siccu e Diabolik. Al magistrato che gli domandato quale fosse la sua ultima residenza Messina Denaro ha risposto: “A Campobello risiedevo da latitante quindi di nascosto in segreto. L’ultima residenza che ho avuto da uomo libero è a Campobello”.
Nel merito delle accuse mosse a Messina Denaro – a cui si contesta l’aver minacciato la figlia di un prestanome, Giuseppina Passanante e il marito per riavere un terreno a loro intestato fittiziamente – il boss ha smentito ogni responsabilità, sostenendo di essersi limitato a scriverle una lettera per riavere ciò che era suo. Con toni bruschi e a tratti irriverenti il capomafia ha negato di appartenere a Cosa nostra, di cui dice di sapere solo dai giornali.
“Le mie condizioni economiche? Non mi manca nulla. Avevo beni patrimoniali ma me li avete tolti tutti. Se ancora ho qualcosa non lo dico, mica sono stupido“, ha detto ancora.