C’era ben poco nel secondo covo di Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara, a pochi passi dalla casa in cui il boss ha trascorso gli ultimi 6 mesi prima della cattura.
Nessun un letto, non c’erano suppellettili, c’erano invece gioielli, pietre preziose e argenteria trovati dagli investigatori e che ora dovranno essere sottoposti ad una perizia che ne accerti autenticità e valore. I carabinieri e il Gico della Guardia di Finanza l’hanno scoperta grazie a una segnalazione confidenziale a sole 48 ore dalla cattura dell’ex primula rossa di Cosa Nostra.
Pare ci fossero anche alcune scatole ma vuote e questo fa pensare che qualcuno avesse ripulito tutto.
Questa mattina, intanto, a partire dalle 9.30, il boss potrebbe apparire in videoconferenza davanti alla Corte d’appello di Caltanissetta nel corso dell’udienza che vede imputato l’ex latitante, accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio.
Si tratta della prima udienza di un processo dopo la cattura del padrino di Castelvetrano. Ieri il procuratore generale Antonino Patti ha confermato all’Adnkronos che “non vi è alcun impedimento” per celebrare il dibattimento e che “è già stata predisposta la videoconferenza”.
Sempre oggi si svolgerà l’interrogatorio di Giovanni Luppino, il cosiddetto imprenditore dell’olio che accompagnava Messina Denaro in clinica per le cure contro il tumore.
Il comandante dei Ros Pasquale Angelosanto, ha inoltre dichiarato: “Chi pensa a trattative segrete o addirittura a una consegna concordata umilia gli investigatori e i magistrati che per anni hanno lavorato giorno e notte per catturare Matteo Messina Denaro”.