Ancora una nota di attenzione attorno alla produzione poetica di Antonino Contiliano.
La leggiamo nel nuovo libro curato dal poeta napoletano Giorgio Moio (un poeta con quale Contiliano è in contatto sin dalla pubblicazione di “Compagni di strada caminando”/2003). Parliamo del suo volume “Tra parole e immagini- Testi verbovisuali”.
Tra gli autori antologizzati (177), il nome del marsalese Antonino Contiliano. In stralcio qualche tratto con cui il curatore delinea il fare poetico di Contiliano: «Negli ultimi anni questo poeta è andato esplorando, in Compagni di strada caminando (2003) e ’Elmotell blues (2007), le vie di una poesia collettiva scegliendosi il ruolo del dj che procede al montaggio d’immagini e suoni. […] Mario Lunetta parla di un’opera che s’inserisce nel filone del “lavoro poetico oppositivo” capace di «aggredire lucidamente il senso comune, le pigrizie mentali, l’assuefazione a quei prodotti che le centrali della formattazione delle coscienze diffondono con la connivenza di quasi tutti i soi-disants “addetti ai lavori”». (Giovanni Commare, La poesia ribelle, in «Le Reti di Dedalus», aprile 2009) […] lo scontro della poesia in Contiliano è con la parte peggiore della società […], come le chat (spegnete quelle parole macina chat), […] gli show senza proposte e spesso rissosi (il tempo pieno è il vuoto e lo show), […] il gossip come forma narcisistica costruito ad hoc per un quarto d’orti di notorietà (Osip, occorre bruciare le radici al gossip). Infine, […] la ripresa dell’antagonismo degli anni ’80 e ’90, con l’alternativa letteraria e il rilancio della teoria marxista, già proposto da Edoardo Sanguineti e Fausto Curi, per contrastare la liquidazione culturale messa in atto dal postmoderno la sua proclamazione della fine della storia. (Giorgio MOIO, recensione ad A. Contiliano, OnDevaStar, in «Cinque Colonne Magazine», 11 giugno 2018)».