Il tribunale di sorveglianza di Palermo ha concesso la riabilitazione all’ex presidente della Regione siciliana, Toto’ Cuffaro, dalle due condanne da lui rimediate: una negli anni ’90, per diffamazione nei confronti di un magistrato, Francesco Taurisano, l’altra – ben piu’ grave – per favoreggiamento aggravato dall’agevolazione di Cosa nostra, che aveva portato l’esponente democristiano, nello scorso decennio, a scontare circa 6 anni.
I giudici, pur dando atto del percorso di ravvedimento dell’ex governatore, difeso dall’avvocato Marcello Montalbano, hanno però applicato una norma della “legge Spazzacorrotti” che impedisce a Cuffaro di tornare alla politica attiva e al cosiddetto elettorato passivo: dato che per lui l’interdizione dai pubblici uffici è perpetua, dovranno trascorrere sette anni dalla data del provvedimento perché Cuffaro possa tornare a candidarsi.
Nel frattempo l’ex presidente è tornato alla politica ed è il coordinatore della Dc Nuova, che ha ottenuto voti ed eletti sia al Consiglio comunale di Palermo che nell’Assemblea regionale siciliana. Lui personalmente però non può scendere in campo. La sua difesa sta valutando la presentazione di un’opposizione allo stesso tribunale di sorveglianza: ritiene infatti che l’applicazione della norma della Spazzacorrotti, entrata in vigore dopo la fine della vicenda giudiziaria di Cuffaro, sia retroattiva e perciò vietata dai principi del diritto penale.