Stop al governo Draghi, le ripercussioni in Sicilia sulle primarie del centro sinistra

redazione

Stop al governo Draghi, le ripercussioni in Sicilia sulle primarie del centro sinistra

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giovedì 21 Luglio 2022 - 12:54

La fine del governo Draghi coinvolge anche le primarie siciliane. Mentre i dirigenti regionali di Pd e 5 Stelle rassicurano gli elettori garantendo che le primarie si faranno, a chiedere l’annullamento è per la prima volta un leader della coalizione.

Per il segretario regionale del Psi Nino Oddo “la caduta del governo Draghi cambia totalmente lo scenario politico. In Sicilia le primarie di coalizione del 23 luglio meritano un supplemento di riflessione. Già il perimetro ristretto come da noi previsto ha ridotto la partecipazione in maniera sensibile. Inoltre il loro svolgimento oggi non solo risponderebbe ad un quadro politico che non esiste più, ma renderebbe difficile l’ulteriore allargamento della coalizione a forze moderate e di centro oggi escluse, ma che potrebbero ritrovarsi sul piano nazionale e regionale in un programma di continuità rispetto al governo Draghi”.

A chiedere alle forze progressiste di fermarsi è anche il capogruppo renziano in Senato Davide Faraone. “In queste settimane abbiamo ricevuto numerosi appelli dal Pd a partecipare alle primarie siciliane – osserva il leader di Italia Viva nell’Isola – voglio ringraziare il segretario Barbagallo per la cortesia dimostrata. Adesso siamo noi però a fare un appello agli amici del Pd: annullate le primarie”.

Per Faraone “quello che è accaduto ieri in Senato è gravissimo e nei minuti in cui Draghi si reca al Quirinale per rassegnare le dimissioni appare incredibile far finta di nulla, far finta che Conte e il suo movimento non abbiano mandato per aria il governo di unità nazionale in piena emergenza economica e sociale per il Paese. Se Letta giudica folle a Roma la scelta del M5S, poi il Pd non può fare le primarie con loro in Sicilia
come se nulla fosse”. “Chiedo al Pd – conclude Faraone – di risolvere questo disallineamento. Annullate le primarie di domenica per la scelta del candidato Presidente della regione Siciliana, sarebbe una scelta di buonsenso e buona politica”.

Barbara Floridia candidata alle primarie (M5S): “In Sicilia le primarie vanno avanti. “La situazione a Roma è delicata e la seguo con apprensione ma non ha influito, né influirà, sul percorso democratico che abbiamo intrapreso in Sicilia per la scelta del candidato presidente della Regione Siciliana per il campo progressista. Abbiamo costruito un percorso negli anni che ci permette di restare ancorati a un progetto comune e io sarò sempre garante e custode di questo prezioso cammino comune. Il nostro vero obiettivo è sconfiggere le destre per dare ai cittadini siciliani una sana alternativa di governo, per dare ai cittadini risposte e soluzioni, riferimenti istituzionali attenti ai loro bisogni. Il nostro obiettivo è allontanare l’isola dai fallimenti del governo di Musumeci”.

Anche Claudio Fava interviene: “Per quanto mi riguarda, le primarie vanno avanti, ma mi chiedo con quale spirito di lealtà domani il partito di Conte sarà capace di lavorare al servizio di questa coalizione. E soprattutto mi chiedo se saranno primarie senza Papi stranieri, né forestieri venuti in soccorso dal centrodestra. Delle due, l’una: o si lavora insieme, uniti, per il cambiamento oppure si governa con Raffaele Lombardo”.

Anthony Barbagallo (Pd): “Certo la crisi al livello nazionale non ci voleva. A Roma può succedere di tutto. Ma in Sicilia proseguiamo il percorso, avviato da lungo tempo, con la coalizione progressista. Nella nostra regione abbiamo lavorato uniti e compatti con un unico denominatore comune: scalzare il governo di centrodestra rappresentato da Nello Musumeci. E su questo abbiamo messo su le primarie. Attorno alla nostra candidata, l’eurodeputata Caterina Chinnici, abbiamo costruito un consenso, puntando anche alla sua figura di donna, magistrato che ha avuto molteplici esperienze sia di governo che politiche, essendo anche al secondo mandato al parlamento europeo”.

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