Antonella Ingianni: “Teniamoci stretta la posidonia”

Vincenzo Figlioli

Antonella Ingianni: “Teniamoci stretta la posidonia”

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mercoledì 08 Giugno 2022 - 07:03

Raramente apprezzata dai bagnanti e dai gestori dei lidi, la posidonia ha una funzione spesso poco compresa (anche dalle amministrazioni comunali) nella tutela delle spiagge dalla costante erosione a cui sono sottoposte. Negli ultimi anni, associazioni ambientaliste e tecnici del settore hanno cercato di cambiare la narrazione che da tempo porta ad assimilare posidonia e rifiuti, sottolineandone il ruolo prezioso. Tra le voci più autorevoli a riguardo, l’agronoma Antonella Ingianni, che ha dedicato anni di studi ai processi di mutazione che l’intervento umano ha gradualmente generato lungo il litorale marsalese.

Come si possono conciliare le istanze dei bagnanti e degli stabilimenti balneari con la presenza della posidonia sulle nostre spiagge?

E’ una questione di priorità. Se pensiamo all’economia e ai bagnanti di quest’anno, la questione nemmeno si dovrebbe porre. Se pensiamo al futuro, considerare la posidonia come una risorsa può essere una mossa intelligente per la politica del territorio.

Altrove come gestiscono questo fenomeno?

In molti posti vengono commessi gli stessi scempi che vediamo da noi, non appena ci si avvicina alla stagione estiva. Altrove, come in Francia, si parla di spiagge naturali in cui i bagnanti prendono tranquillamente il sole sopra le banquette di posidonia. Peraltro, dovremmo essere felici di avere la posidonia sulle nostre spiagge, considerando che si trova soltanto nei luoghi in cui il mare è particolarmente pulito.

L’abusivismo edilizio e l’erosione costiera hanno ridotto notevolmente le nostre spiagge del versante sud di Marsala. In alcune zone della Sicilia, ma anche nella vicina San Vito Lo Capo, si è deciso di puntare su progetti di ripascimento. Può essere una soluzione per tornare ad avere spiagge più ampie?

Bisogna vedere cosa intendiamo per ripascimento. Se significa spostare la sabbia da un posto a un altro, non ha senso. Solitamente l’accumulo avviene in altri modi naturali: un tempo, anche dalle nostre parti, attraverso i detriti dei fiumi o l’erosione delle zone interne si formavano le dune di sabbia. Poi, com’è noto, abbiamo costruito dappertutto e l’apporto del Sossio è diventato sempre più limitato… Per ripascere in maniera naturale, dunque, si dovrebbe favorire il flusso del fiume e l’erosione dell’entroterra. Per tornare alla posidonia, forse vale la pena non toccare niente, o comunque procedere con molta attenzione. La normativa parla chiaro: dove si può, occorre rispettare la presenza di posidonia ed evitare di disperdere la sabbia senza motivo.

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