Uno dei maggiori problemi affrontati dal Commissario straordinario del Libero Consorzio di Trapani, Raimondo Cerami, è stato fin dall’inizio quello riguardante la posizione del personale dell’ex Provincia e in particolare di quei dipendenti legati da un contratto di lavoro a tempo determinato che formano la vasta area del personale precario chiamato a subire le maggiori conseguenze della grave situazione finanziaria dell’Ente.
Dopo svariati passaggi amministrativi e regolamentari, la questione è stata definitivamente affrontata e risolta dalla Corte dei Conti-Sezione di Controllo per la Regione Siciliana con Deliberazione n. 196 del 20 ottobre 2021, depositata il 23 dicembre scorso, a seguito della richiesta di parere avanzata in data 19 luglio 2021 dal Commissario.
Con tale deliberazione la Corte dei Conti, ritenendo ammissibile una delle due richieste di parere avanzate dall’Ente sia sotto il profilo soggettivo che oggettivo, ha innanzitutto ricostruito la travagliata evoluzione normativa degli Enti di area vasta e del personale da essi utilizzato dopo la L.R. n. 15/2015, condividendo i principi giuridici posti alla base della richiesta di parere e dando di fatto ragione alla linea intrapresa fin qui dal Libero Consorzio di Trapani.
Afferma, infatti, la Corte che la mancata operatività dell’ Osservatorio regionale istituito dalla L.R. n. 15/2015 che era stato costituito e si era insediato nel 2016, ma che poi non aveva mai proseguito i lavori dopo la prima ed unica seduta di insediamento del 7 luglio 2016 per definire i criteri per individuale il personale che doveva restare assegnato agli enti di area vasta e quello eventualmente da destinare alle procedure di mobilità, non può assumere rilievo ostativo all’applicazione delle successive disposizioni normative volte alla risoluzione delle problematiche del precariato. Peraltro, dopo l’entrata in vigore della c.d. legge Madia (D. Lgs. 25 maggio 2017 n. 75) che è stata approvata proprio per risolvere le problematiche del precariato e aprire alla stabilizzazione dei precari per porre fine alla procedura di infrazione dell’Italia all’ordinamento comunitario in materia di lavoro a termine, anche la Regione siciliana coerentemente è intervenuta sulle disposizioni per la stabilizzazione del personale precario (L.R. n. 27 del 29 dicembre 2016), con legge regionale n. 9 del 12 maggio 2020 che ai sensi dell’art. 3, comma 1, dà la possibilità ai Comuni siciliani, di procedere all’avvio e all’attuazione dei processi di stabilizzazione, escludendo da questo processo gli enti di area vasta.
E’ significato rilevare, a parere di Cerami, che la Corte afferma che l’esclusione degli enti di area vasta da tale disposizione è soltanto apparente perché risulta smentita dal successivo comma 8 del testo di modifica legislativa, da cui si ricava che la mancata ingiustificata conclusione del processo di stabilizzazione da parte dei comuni e degli enti di area vasta entro il termine del 31 dicembre 2021 avrebbe comportato la riduzione delle assegnazioni ordinarie in misura pari alla spesa sostenuta dall’ente per ciascun soggetto non stabilizzato.
Cerami esprime quindi grande soddisfazione per la decisione della Corte dei Conti che apre uno spiraglio alla stabilizzazione dei precari in tutti gli Enti di area vasta e comunica di avere già adottato in data odierna con il decreto n. 146 del 24 dicembre 2021 la modifica del Piano Triennale del fabbisogno del personale per l’anno 2021, atto propedeutico per avviare le procedure di stabilizzazione del personale precario.