Il Gip di Marsala, in un provvedimento di 30 pagine, ha accolto la richiesta della locale Procura, decidendo di archiviare l’indagine sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, sparita nel nulla a Mazara del Vallo l’1 settembre del 2004.
La notizia ha portato a non poche polemiche, vista l’incidenza mediatica che la sparizione di Denise ha avuto a livello nazionale.
Dopo l’assoluzione ormai definitiva della sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi, erano stati iscritti nel registro degli indagati, la madre della ragazza Anna Corona, ex moglie del padre naturale della bambina, Giuseppe Della Chiave, entrambi accusati di concorso in associazione mafiosa, e una coppia di romani, Paolo Erba e Antonella Allegrini che si erano inventati di sana pianta di essere a conoscenza di particolari sulla scomparsa di Denise.
Dalle “indagini lunghe e incredibilmente vaste” della procura non sono emersi elementi sufficienti a sostenere un’accusa in giudizio, dice il gip “… non è dato neppure immaginare come potrebbe essere formulato dal pubblico ministero, anche sommariamente, un capo di imputazione nei confronti della Corona”.
“Ogni ipotesi accusatoria a suo carico – spiega – appare al momento assolutamente insuscettibile di essere vagliata in giudizio e, ancor meno, di condurre a una affermazione di responsabilità. Il caso è tornato all’attenzione dei media dopo la notizia data da una tv russa del ritrovamento della bambina, poi smentito dall”esame del Dna. Da allora si sono susseguite false segnalazioni al legale della madre di Denise, testimoni inattendibili e le dichiarazioni di una ex pm, che indagò su Denise nel 2004, che avrebbe raccolto novità sulla vicenda e che ora si trova indagata per false informazioni al pm. Nella archiviazione il giudice parla di “condizionamento e inquinamento probatorio che può derivare ed è derivato dalla trattazione mediatica del caso di cronaca e dei suoi risvolti giudiziari”.
“Con tali considerazioni – spiega ancora il giudice – non si intende certo incoraggiare il silenzio o la reticenza di chi – anche col privilegio del dubbio – possa fornire informazioni di qualsiasi tipo potenzialmente utili alle indagini; al contrario: si ritiene fermamente che sia compito della magistratura vagliare con scrupolo qualsivoglia pista percorribile nella ricerca della verità, anche e soprattutto a distanza di così lungo tempo dai fatti, quando ogni ‘appiglio’ investigativo appare meritevole di approfondimento. L’archiviazione però non significa abbandonare ogni speranza o concreta possibilità di far luce sull’andamento dei fatti. Anzi, come sottolineato dal pm è interesse della Procura, è interesse della magistratura nel suo insieme perseguire la verità e continuare a indagare laddove auspicabilmente emergano ulteriori elementi suscettibili di approfondimento per comprendere cosa sia accaduto Denise e perseguire penalmente i responsabili del suo sequestro”.