Quattordici anni fa, l’articolo 26 della Legge 222/2007 approvata dal Parlamento prevedeva l’istituzione di quattro nuovi parchi naturalistici in Sicilia: quello delle Egadi e del litorale trapanese, quello degli Iblei e quello delle Eolie. Faceva parte del gruppo anche quello di Pantelleria, che è stato effettivamente istituito nel 2016, diventando il 25° Parco Nazionale in Italia, con risultati molto buoni sia per quanto riguarda la tutela che per la valorizzazione dell’area. L’occasione offerta dal legislatore nazionale non è stata fin qui colta dalla politica e dalla pubblica amministrazione del territorio, che hanno preferito mantenere lo status quo, un po’ per disinteresse, un po’ per il timore che potessero sorgere maggiori vincoli nella fruizione di queste aree.
Recentemente, Legambiente Sicilia e l’ex deputato nazionale Massimo Fundarò si sono attivati per riprendere il discorso e qualche settimana fa si sono fatti promotori di un’iniziativa per sollecitare il Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare Sergio Costa a riattivare il procedimento istitutivo del Parco delle Egadi e del litorale trapanese, facendo pervenire al rappresentante dell’esecutivo Draghi una missiva firmata da 14 sindaci del territorio (Marsala, Petrosino, Alcamo, Mazara, Erice, San Vito Lo Capo, Castellammare del Golfo, Calatafimi Segesta, Trapani, Paceco, Valderice, Custonaci, Castelvetrano, Campobello). L’unico tra gli amministratori potenzialmente interessati dal progetto a non aver firmato la nota è stato Francesco Forgione, primo cittadino di Favignana.
“L’istituzione del Parco porterebbe enormi vantaggi, sia da un punto di vista ambientale, che economico – sottolinea il presidente del circolo Marsala Petrosino di Legambiente, Giuseppe Marino -. In altre zone d’Italia, non a caso, alcune città hanno fatto di tutto per farsi inserire all’interno dei Parchi nazionali. Qui, invece, a 14 anni dalla legge che dava il via libera all’istituzione di questi nuovi Parchi in Sicilia, ha prevalso il lassismo, da parte della politica e della pubblica amministrazione”. Per Marino, qualora andasse in porto, si tratterebbe di uno strumento prezioso anche per valorizzare l’area dello Stagnone e le saline di Marsala e Trapani, superando i noti problemi riguardanti la gestione della Riserva. Il circolo locale di Legambiente, tuttavia, manifesta il proprio stupore per la posizione espressa dall’amministrazione comunale di Favignana, che tende ad opporsi: “Non c’è potere di veto, ma è chiaro che la mancanza di unità non aiuta il progetto ad avanzare – aggiunge Giuseppe Marino -. Non capiamo questa posizione, peraltro saremmo pure d’accordo ad assegnare la sede del Parco a Favignana. Opporsi a questa prospettiva significa porre un freno allo sviluppo del territorio, se pensiamo ai vantaggi che ha avuto Pantelleria dall’istituzione del Parco, a partire dal 2016”.
In quest’ottica, vale la pena ricordare che il Programma Parchi per il clima, finalizzato alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, ha promosso, per la prima volta nel 2019 e successivamente nel 2020 e nel 2021, interventi di efficientamento energetico, mobilità sostenibile, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici mettendo a disposizione dei Parchi nazionali importanti risorse finanziarie: 87 milioni di euro nel 2019, 88 milioni nel 2020, 100 nel 2021. Conclude Giuseppe Marino: “Possiamo dire anche che siamo convinti che porteremo tutti gli attori nella direzione di realizzazione del parco, perchè questo darà vantaggi a tutti. Si tratta di una strategia win-win”.