Processo Artemisia, udienza rinviata

Linda Ferrara

Processo Artemisia, udienza rinviata

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martedì 30 Novembre 2021 - 12:20

Il prossimo 6 dicembre verrà conferito l’incarico per le trascrizioni di alcune intercettazioni al perito nominato dal tribunale. L’esame dei testi dell’accusa inizierà, invece, a febbraio 2022.

Presso il Palazzo di giustizia di Trapani, ieri mattina, è stata rinviata l’udienza del processo Artemisia, in cui risulta imputato, insieme ad altri 17 soggetti, l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto. Il collegio dai giudici, presieduto dal dottore Franco Messina e a latere i dottori Massimo Corleo e Mauro Cantone, ha accolto la richiesta dell’avvocato Franco Messina, legale dell’ex parlamentare regionale, assente in aula per problemi di salute. Dunque, il prossimo 6 dicembre verrà conferito l’incarico per le trascrizioni di alcune intercettazioni al perito nominato dal tribunale, Giovanni Fontana. Si dovrà attendere il mese di febbraio 2022 per l’inizio dell’esame dei testi dell’accusa, rappresentata dai sostituti procuratori Francesca Urbani e Sara Morri.

Ricordiamo che l’inchiesta della Procura di Trapani è culminata negli arresti del 2019. Tra i diversi reati contestati figura la corruzione. Secondo la magistratura trapanese, infatti, tra l’ex deputato dell’Ars Giovanni Lo Sciuto e Paolo Genco, all’epoca dei fatti contestati legale rappresentante dell’ANFE, anch’egli imputato nel processo, si sarebbe stretto un accordo corruttivo. Nello specifico, si sarebbe verificata una “corruzione incrociata”, in quanto i due soggetti avrebbero operato in qualità di pubblici ufficiali. Paolo Genco avrebbe assicurato all’ex parlamentare regionale per soggetti a lui vicini dei posti di lavoro presso l’ANFE e avrebbe finanziato anche la sua campagna elettorale per le regionali del 2012, elargendogli 20 mila euro. Ciò, gli avrebbe consentito di ottenere come contropartita finanziamenti pubblici dalla Regione Sicilia per l’ente di formazione dallo stesso rappresentato pari a circa 5 milioni di euro. Anche per la competizione regionale del 2017 il legale rappresentante dell’ANFE avrebbe finanziato la campagna elettorale a sostegno della candidatura di Lo Sciuto, versando 20 mila euro al Partito dei Siciliani-Mpa. I voti che, inoltre, Genco avrebbe assicurato all’ex onorevole, non sarebbero stati solamente quelli riconducibili agli impiegati storici dell’ente di formazione suddetto, ma anche a quelli neoassunti. Lo Sciuto, invece, si sarebbe attivato, intercedendo per l’approvazione degli emendamenti necessari allo stanziamento dei fondi da destinare all’ANFE, presso i parlamentari della coalizione della maggioranza a Palazzo dei Normanni. Gli altri reati contestati sono: induzione indebita, concussione, traffico di influenze illecite, truffa in danno dello Stato, falso materiale, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, associazione per delinquere e violazione della cosiddetta Legge Anselmi.

Relativamente a quest’ultimo reato, secondo la Procura, l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto, l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Junior Errante, il suo vicesindaco e assessore al bilancio Vincenzo Chiofalo, l’ex consigliere comunale Giuseppe Berlino (nonché stretto collaboratore di lo Sciuto), l’allora ispettore della polizia di Stato presso il commissariato della stessa città Salvatore Passanante, l’ex dipendente della filiale della Banca Intesa castelvetranese Luciano Perricone e il componente del collegio sindacale dell’Asp di Trapani dell’epoca Gaspare Magro (per l’accusa nominato grazie a Lo Sciuto), in concorso con terze persone avrebbero costituito delle fittizie associazioni culturali, come la Hypsas e la Malophoros, allo scopo di rendere segreta l’associazione per delinquere diretta a realizzare alcuni dei reati suddetti e di condizionare il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, apparati della pubblica amministrazione statale e degli enti locali per rafforzarne la penetrazione al loro interno, collocando in posizioni di rilievo persone gradite all’associazione segreta, e per esercitare la propria influenza.

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