Temi locali, ma anche di carattere nazionale, sono stati affrontati nel corso della prima assemblea aperta alle forze progressiste convocata dal circolo online Nilde Iotti. Oltre alle iscritte e gli iscritti del circolo, hanno partecipato rappresentanti e militanti del Movimento 5 stelle, di Rifondazione comunista, di Cento Passi per la Sicilia, nonché rappresentanti dei circoli del Pd territoriali, reduci della campagna elettorale che ha avuto luogo nelle loro rispettive città.
L’assemblea ha consentito una riflessione sulle ultime amministrative, anche attraverso gli interventi di Maria Teresa di Sarcina, segretaria del circolo Marconi di Roma, eletta nel Consiglio dell’XI Municipio e di Martina Riggi, segretaria di San Cataldo, uno dei comuni dove l’area progressista ha registrato un importante successo.
“Tenuto conto del numero dei partecipanti, della qualità del dibattito e della voglia di fare politica in modo nuovo e più incisivo – scrive la coordinatrice Linda Licari – si è avuta l’impressione che si sia compiuto un notevole passo avanti nella direzione delle Agorà e anche del Campo Largo che il segretario Enrico Letta ha lanciato nella piattaforma politica sin dal momento della sua investitura”.
Non in tutti i comuni le coalizioni hanno visto le forze progressiste correre insieme. Talvolta sono state antagoniste e in molte realtà, fin dal primo turno, si sono presentate unite. Mentre a Roma e Torino si è andati al ballottaggio realizzando quel Campo Largo auspicato da Letta nel secondo turno”.
Si è parlato anche del crescente astensionismo, con particolare attenzione a quello riscontrato nelle periferie, del ddl Zan, tema su cui i partecipanti più giovani all’assemblea si sono mostrati pronti a scendere in piazza, ma anche del referendum per l’eutanasia legale, di parità di genere e transizione ecologica.
“A tal proposito – evidenzia Linda Licari – sono emerse questioni legate alla partecipazione giovanile nelle competizioni elettorali. Laddove la classe politica dirigente ha lavorato favorendo il rinnovamento generazionale, si è registrata una importante rappresentanza di trentenni che sapranno accompagnare le transizioni richieste dall’Europa. Anche l’assenza di donne, tra le candidate sindache, è stato un punto rilevante del dibattito. Il mancato rilievo che doveva essere dato sul fronte delle candidature femminili costituisce un passo indietro sul ruolo che spetta alla donna nella società di oggi. E’ proprio sul gender gap che l’attuale classe dirigente del partito democratico, in particolare nel meridione, non ha ottenuto i risultati che avrebbe potuto conseguire. L’assemblea ha ben evidenziato una qualificata importante partecipazione femminile, desiderosa di lavorare per una politica capace di riaprire gli spazi di confronto, i circoli, le Agorà, sedi aperte dove poter approfondire problemi quotidiani che interessano i cittadini accanto alle questioni che riguardano il futuro”.
Rispetto all’esito delle amministrative in provincia di Trapani, che hanno coinvolto le comunità di Alcamo e Calatafimi Segesta, forte è stata la critica per il mancato coinvolgimento di tesserati e dirigenti per la selezione e la scelta dei candidati. In particolare la tesserata del circolo territoriale di Mazara, Caterina Agate, già assessora al bilancio del suo comune, è intervenuta richiamando una frase di Obama: “la democrazia è un giardino che va curato, altrimenti va in malora”.