Ancora maltempo al Sud Italia e, in particolare, in Sicilia. Dall’ultimo aggiornamento della Protezione Civile Regionale emerge un quadro simile a quello degli ultimi giorni, con intensi temporali e venti di burrasca dai quadranti orientali. Di conseguenza, è stata diramata l’allerta rossa nelle province di Messina, Catania e Siracusa e arancione nel resto dell’isola.
In particolare, l’avviso prevede il persistere di venti di burrasca dai quadranti orientali, con raffiche di burrasca forte, specie sui settori ionici. Saranno possibili mareggiate lungo le coste esposte, rovesci di forte intensità, locali grandinate, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento.
Nelle ultime 24 ore sono stati oltre 200 gli interventi effettuati dai vigili del fuoco in tutta la Sicilia per fronteggiare l’ondata di maltempo. Le richieste di soccorso hanno riguardato soprattutto persone bloccate nelle proprie auto rimaste in panne o isolate, danni d’acqua e allagamenti.
“Tutte le risorse del Fesr devono essere utilizzate per interventi di messa in sicurezza del territorio. Il dissesto idrogeologico in Sicilia è un fatto acclarato e non intervenire è da irresponsabili, quando alla prima ondata di maltempo dobbiamo ritrovarci ancora una volta a contare le vittime e i danni”. A scriverlo, in una nota congiunta, sono i segretari generali della Cgil Sicilia, della Flai e della Fillea regionali Alfio Mannino, Tonino Russo e Giovanni Pistorio. “Servono interventi per la liberazione dell’alveo dei torrenti dai detriti – sostengono i sindacalisti-, di rimboschimento e contro la cementificazione selvaggia. Siamo oggi la regione in cui il consumo di suolo cresce di più in media con la conseguenza di una crescente fragilità ambientale”. Nel 2019, secondo il sindacato, rispetto all’anno precedente il consumo di suolo è cresciuto di 600 ettari e a farne le spese sono state soprattutto le coste. “Questo fa della Sicilia – affermano Mannino, Russo e Pistorio – una delle regioni più a rischio, come i fatti di queste ore dimostrano”. Sono Palermo e Catania in cima alla graduatoria del consumo di suolo, rispettivamente in termini percentuali il 39,43% e il 28,19%. Non va bene in centri più piccoli come Marsala, Noto e Modica. “E la tragedia di Scordia di queste ore – dice la nota – è la conferma che non c’è angolo della Sicilia che sia immune da abusi, mancati interventi di salvaguardia e messa in sicurezza. Manca un governo del territorio – sostengono i rappresentanti di Cgil, Flai e Fillea- quando invece solo attraverso di esso si possono determinare condizioni di sicurezza per tutti e di sviluppo economico. Oggi- concludono – agire significa mettere in calendario subito gli interventi da fare con i fondi possibili. Al governo regionale chiediamo risposte immediate”.
Preoccupano anche i risultati del monitoraggio della Coldiretti: aziende isolate, campi allagati, verdure e ortaggi affogati sotto un fiume d’acqua, strade interrotte, paralizzata la raccolta delle olive e agrumeti a mollo. Gli episodi degli ultimi giorni ingrossano ulteriormente il conto dei danni del maltempo in Italia, che nel 2021 diventa sempre più pesante superando il miliardo di euro con oltre 6 nubifragi al giorno. “Violenti temporali e tempeste di vento si abbattono su una regione come la Sicilia che ha – spiega Coldiretti – il 92,3% dei comuni con parte del proprio territorio a rischio frane e/o alluvioni con i terreni che non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando allagamenti e smottamenti. Una situazione che peggiora in Calabria e Basilicata dove si sale addirittura al 100% dei comuni, mentre la Puglia si ferma a 89,1% contro una media nazionale del 91,3% con 7.252 comuni a rischio, secondo dati Ispra. Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi. Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia, ma soprattutto un impegno per frenare i cambiamenti climatici.