Rimane sette giorni “ricoverato” in una barella al pronto soccorso. I familiari denunciano l’ospedale di Marsala

redazione

Rimane sette giorni “ricoverato” in una barella al pronto soccorso. I familiari denunciano l’ospedale di Marsala

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giovedì 09 Settembre 2021 - 07:35

Caso di presunta malasanità all’ospedale di Marsala che finisce con una querela nel confronti del personale del pronto soccorso. La denuncia – querela è stata presentata da Leonardo Baiata lo scorso 27 agosto. “Mio suocero Nicolò Pulizzi ultranovantenne e residente a Petrosino – ci ha detto Baiata -, era ricoverato in una struttura privata dove all’inizio del mese di agosto si sono registrati alcuni casi di covid. A tale proposito noi familiari assieme a quanto ne sappiamo ad atri soggetti risultati negativi al covid, abbiamo provveduto a trasferire il nostro congiunto presso un’altra analoga struttura”.

Come ci racconta il genero nelle settimane successive l’anziano ha avuto una debilitazione fisica dovuta a problemi renali che li ha spinti ad un ricovero presso l’ospedale di Marsala.

“Eravamo al 18 agosto e dopo quella che ci dicono essere la prassi, passaggio al pronto soccorso covid e dopo avere constatato la negatività, c’è stato il transito al normale pronto soccorso. Da quel giorno e fino al 25 del mese scorso mio suocero è stato trattenuto su di una barella nelle stanze del pronto soccorso, in quanto il personale sanitario con cui siamo venuti in contatto ci ha detto che nei vari reparti in provincia non c’erano posti idonei”. Baiata ci dichiara quanto ha scritto nella denuncia presentata alla polizia giudiziaria presso la procura della repubblica di Marsala, ovvero che ha contattato anche la direzione sanitaria del Paolo Borsellino presentando un esposto scritto.

“Quando sono riuscito a parlare con il personale medico – afferma il genero del Pulizzi -, mi era stato garantito che per quanto ci fosse la patologia mio suocero stava rispondendo bene alle cure. In seguito sono stato contattato dallo stesso nosocomio dal quale mi hanno proposto una dimissione cosiddetta “protetta”. Ci siamo attivati in tal senso ma prima delle sue dimissioni sono riuscito ad incontrare mio suocero che versava in pessime condizioni sia fisiche che mentali. Era molto dimagrito e addirittura non mi ha riconosciuto. Abbiamo accelerato le dismissioni presso una struttura dove a mio suocero è stato anche riscontrata una piaga. Mi chiedo se è stato alimentato e curato adeguatamente visto che dopo pochi giorni di permanenza nella struttura privata è visibilmente migliorato”.

Secondo quanto scritto nell’esposto dopo la formale e scritta denuncia prodotta all’autorità sanitaria dell’ospedale quest’ultima struttura lo avrebbe contattato proponendogli una dismissione protetta proprio per evitare peggiori sviluppi all’interno della struttura. Alla luce di quanto accaduto la famiglia ha presentato un esposto querela affidandosi all’avvocato marsalese Vito Cimiotta. “Abbiamo chiesto alla procura di conoscere quando e a quale p.m. verranno affidate le indagini – ci ha detto il legale -. Sarà nostra cura andare a sollecitare l’intervento degli inquirenti non appena, e penso ormai che accadrà alla prossima settimana, la procura adempirà a tali compiti”.

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