I sindacati Sia, Csa e Cisal hanno scritto al segretario della Giunta Regionale chiedendo maggiore chiarezza sulla vicenda della delibera con cui a metà agosto è stata disposta la revoca dell’incarico per l’ex dirigente del Dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico, Maria Letizia Di Liberti, sotto inchiesta dopo essere finita ai domiciliari per la vicenda dei “morti Covid spalmati” per cui è stato indagato anche l’assessore Ruggero Razza, tornato al suo posto dopo le dimissioni. In particolare i sindacati vogliono maggiori informazioni su un provvedimento dell’11 agosto composto da 7 pagine, 6 delle quali completamente censurate. 

“Il Governo, con tale atto – si legge in una nota sindacale – sembrerebbe avere deliberato in merito alla rimodulazione degli assetti organizzativi dei dipartimenti regionali dell’Amministrazione”. A seguire, citando anche il Freedom of information act – La legge sulla libera libertà d’informazione emanata dagli Usa nel 1966 -, hanno chiesto copia integrale dell’atto per “… favorire forme disse di controllo sul perseguimento delle istituzioni e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”.

Alla richiesta di informazioni, la segreteria della Giunta non avrebbe risposto.

I destinatari delle misure cautelari furono Maria Letizia Di Liberti, Salvatore Cusimano, dipendente dell’assessorato all’Industria, ed Emilio Madonia, dipendente della società privata che si occupa della gestione del flusso dei dati sul Covid. Secondo l’accusa, passata dalla Procura di Trapani a quella di Palermo, gli indagati avrebbero “corretto” i dati delle rilevazioni giornaliere.

(foto di repertorio, prima della vicenda dati Covid spalmati)