Amministrative Alcamo, le forze politiche si preparano al voto

Linda Ferrara

Amministrative Alcamo, le forze politiche si preparano al voto

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martedì 17 Agosto 2021 - 10:46


Nell’attesa di conoscere ufficialmente i nomi dei candidati a sindaco e le rispettive liste a sostegno degli aspiranti alla guida del municipio alcamese, ecco una panoramica sulla situazione nei vari schieramenti politici in vista delle elezioni comunali del 10 e dell’11 ottobre prossimo.


Ad Alcamo l’estate caratterizzata dal caldo rovente sta mettendo a dura prova anche i nervi all’interno delle coalizioni che si stanno formando in città per partecipare alla prossima competizione elettorale: le amministrative che si terranno a 20 giorni dall’inizio dell’autunno prossimo. Per quella stagione, probabilmente, le temperature saranno meno alte, ma adesso preoccupano le linee del termometro delle diverse forze politiche. Mancano meno di due mesi al primo turno delle consultazioni del 10 e dell’11 ottobre per il rinnovo dell’organo elettivo e per la designazione del nuovo primo cittadino. A causa della pandemia, i movimenti ad Alcamo, in vista della campagna elettorale, non sono stati così evidenti per i primi sei mesi dell’anno, ma da luglio in poi si è assistito al surriscaldamento dei motori di alcuni schieramenti politici, e non solo per le eccezionali temperature di questo 2021 per l’appunto. A dare un’accelerazione ad una situazione pressoché dormiente sono state le coalizioni di centro-destra. Il plurale è diventato d’obbligo perché l’annuncio inaspettato del candidato sindaco, l’avvocato Leonardo Salato, sostenuto da Forza Italia, UDC, Fratelli d’Italia, Diventerà Bellissima e CentrAli per la Sicilia, ha fatto scoperchiare un vaso di pandora all’interno di quell’area ed ha fatto emergere una frattura che ha dato luogo pertanto a due posizioni distinte. L’indicazione dell’avvocato Salato, in passato nella giunta di Massimo Ferrara e vicino alla corrente democristiana capeggiata da Onofrio Fratello ( suo assistito in sede civile), infatti ha fatto storcere il naso all’ala del centro-destra che oggi si stringe attorno all’ex senatore del Pd, Nino Papania: Lega, Via, Nuova Autonomia, Destra Liberale e Cantiere Popolare. L’ex parlamentare, si ricorda, ha rappresentato per decenni il centro-sinistra ad Alcamo e, dopo essere rimasto fuori dai giochi politici, anche a causa di alcune sue vicende giudiziarie, si è avvicinato pian piano, competizione dopo competizione, dall’altro lato della barricata: prima sostenendo la candidatura del sindaco di Marsala, Massimo Grillo, e contribuendo con il suo movimento “Via” a centrare il risultato elettorale, successivamente appoggiando la linea politica del governo Musumeci. Il lancio del nome del candidato a primo cittadino, non condiviso dunque da tutti i partiti dell’area di centro-destra, ha inoltre portato alcuni esponenti politici a prendere posizioni moderate e diplomatiche tra le due diverse idee in campo. L’assenza dell’avvocato Vincenzo Abate, che rappresenta ad Alcamo Diventerà Bellissima, simbolo di Musumeci, al tavolo di presentazione del candidato a sindaco Leonardo Salato, il 26 luglio scorso, avrebbe dovuto mettere in allerta Mimmo Turano e Saverio Messana (UDC), principali artefici dell’indicazione del nome attorno a cui creare una coalizione (Messana e Salato sono anche cognati), l’ex sindaco Giacomo Scala (CentrAli per la Sicilia), Maria Grimaudo (Forza Italia) e Alessandro Fundarò (FdI). Un’assenza giustificata per impegni familiari, ma nessuna ulteriore presa di posizione a conferma del sostegno al candidato Salato è stata poi diffusa con una nota alla stampa locale. È toccato inizialmente a Fratelli d’Italia fare marcia indietro per andare incontro alle esigenze dell’avvocato Tiziana Pugliesi, data come candidata naturale dagli osservatori politici locali (pure dalla nostra testata) del centro-destra, in virtù del risultato ottenuto per le elezioni nazionali ad Alcamo, anche se non è riuscita a conquistare un seggio. Forse, la sua vicinanza all’ex senatore Papania ha bloccato l’ipotesi di una sua candidatura. Pare, infatti, che non sia avvenuta ancora una conciliazione tra quest’ultimo e Giacomo Scala, dopo la rottura per un mancato sostegno alla candidatura del secondo in occasione di una competizione per le regionali da parte dell’ex parlamentare nazionale. Quindi, il filo per cucire gli strappi tra i due sarebbe oggi in mano all’assessore regionale Mimmo Turano. A lui il compito di far cadere il veto sull’ex onorevole. Missione difficile, ma non impossibile se proprio su Giacomo Scala le due coalizioni stringeranno un patto. A questo punto, però, l’ex primo cittadino dovrebbe rinunciare alla staffetta con l’assessore regionale democristiano, disponibile, pare, a lasciare lo scranno di Palazzo dei Normanni per fare il salto a Montecitorio. Ma se Giacomo Scala dovesse accettare la candidatura alla guida della città, a chi verrà ceduto il posto vacante all’Ars? Troppo presto per azzardare ipotesi.

Tornando alle questioni sorte nel centro-destra occorre poi menzionare la crisi nata all’interno di FdI. Infatti, dopo il passo indietro di Alessandro Fundarò, in qualità di potenziale vicesindaco nella coalizione di Salato, necessario forse per tentare di allargare il raggruppamento politico e sanare le fratture succitate, il rappresentante locale del partito della Meloni, a sorpresa, ha lanciato la sua candidatura a guida della città. Una mossa che evidentemente non è stata condivisa dai suoi colleghi, i quali, con un comunicato stampa, ne hanno preso le distanze ritirando perfino la propria disponibilità a far parte della lista elettorale di FdI.

La spaccatura tra le due coalizioni del centro-destra, chiaramente, avvantaggerebbe il sindaco uscente, Domenico Surdi, la cui ricandidatura non è stata mai messa in discussione. Con il 40% al primo turno di votazioni potrebbe già raggiungere la vittoria (alle scorse elezioni prese il 48,51%), ma la sua coalizione per far scattare il premio di maggioranza dovrebbe puntare almeno al 40%. La novità di questa tornata elettorale è proprio questa: da una lista in suo appoggio, quella del Movimento 5 Stelle (ottenne il 31,42% nel 2016), l’avvocato pentastellato passerà a tre liste: quella dei grillini, per l’appunto, quella di Alcamo Bene Comune, con la quale i 5 Stelle si sono sfidati al ballottaggio cinque anni fa, e una lista ambientalista costruita dagli ex onorevoli M5S, Ignazio Corrao, passato a rappresentare i Verdi nel Parlamento Europeo e Antonio Lombardo, traghettato nel 2021 prima nel Centro Democratico-Italiani Europa e poi in Facciamo Eco-Federazione dei Verdi alla Camera dei deputati. Anche da questa parte del blocco politico, sembrano essersi formate due coalizioni di ispirazione ecologista, ma in competizione tra loro, per l’appunto.

Al Movimento 5 Stelle e ABC, entrambi nati seguendo l’esperienza dei comitati civici e puntando su una politica volta al rispetto per l’ambiente, pare vogliono contrapporsi Sinistra Ecologia e Libertà, rappresentata dall’ex parlamentare nazionale Massimo Fundarò, Forum Civico per Alcamo, guidato da Leonardo Di Franco, e il Pd trainato dal suo segretario Nicola Bambina. Insieme, questi tre movimenti, configurano attualmente la coalizione ufficiale del centro-sinistra ad Alcamo, in attesa della futura chiara presa di posizione, relativa alla sua collocazione all’interno degli schieramenti politici, del M5S a livello nazionale. Come detto, le due aree formatesi attorno alle idee politiche di ispirazione ambientalista non hanno trovato la quadra nell’indicazione di un comune candidato a sindaco, molto probabilmente perché, come detto, si sta lavorando in entrambe le parti su una nitida posizione politica. È difficile, in questo momento, individuare per di più la personalità che rappresenta i Verdi ad Alcamo. Ad avere fatto un passo in questa direzione, nel 2021, è stata anche la deputata regionale Valentina Palmeri, la quale, dopo avere lasciato i grillini per fondare a sorpresa il movimento Attiva Sicilia, vicino in diverse situazioni al governo Musumeci, è approdata all’improvviso nei Verdi per l’appunto. Posizione che ad Alcamo la vede oggi vicino a Massimo Fundarò, in passato esponente del citato partito, ma in antitesi, pare, con gli ex colleghi nel Movimento: Corrao e Lombardo. Dunque, si è aperta una sfida per diventare portavoce della transizione green in città. Il nome della Palmeri è stato tirato in ballo anche per una potenziale candidatura a capo del municipio alcamese. Difficile pensare, però, che possa lasciare lo scranno all’Ars per competere alle elezioni comunali. L’indicazione di una donna, comunque, anche da questo lato della coalizione pare sia stato velatamente ipotizzato. Tuttavia, insieme a Forum e Pd, Sel non si è ancora espressa in merito. Da questo partito è arrivato solo un invito a piantare più alberi al futuro sindaco di Alcamo. Forse, da queste parti si immagina un’altra transizione dei Verdi, già in passato nella giunta alcamese. Magari, prediligendo la via che conduce ad un ex primo cittadino, con il quale si è già condiviso un percorso politico, lasciando così i grillini ad un difficile destino da pronosticare con il naso all’insù, guardando il cielo stellato.

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