Il circolo Arci Scirocco di Marsala interviene sul dibattuto in corso a proposito del ddl Zan, sottolineando che “l’Italia è rimasto uno dei pochi paesi, insieme a Polonia e Ungheria, a non riconoscere l’omolesbotransfobia e la misogina come crimini d’odio”.
Arci Scirocco evidenzia come il ddl Zan venga ancora ostacolato dalla destra, che non lo ritiene prioritario: “Eppure episodi di violenza di genere e sulle donne sono all’ordine del giorno, in particolare in questo periodo di emergenza che stiamo vivendo in cui i casi di violenza sono aumentati in modo esponenziale. Il fatto stesso di rivendicare, dopo tanti mesi, un DDL ancora non approvato che tuteli le libere soggettività, ci fa capire quanto la società in cui viviamo sia sessista, maschilista, transfobica”.
“Oggi più che mai – si legge nella nota di Arci Scirocco – è necessario contrastare gli stereotipi e la violenza di genere in tutte le sue forme. La violenza è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali non solo le donne ma anche le soggettività LGBT*QIPA+, sono relegate in una posizione subordinata, perciò la sua natura è “strutturale” in quanto basata sul genere: è la punizione quotidiana indirizzata contro chi, partire dalla loro identità e/o scelta di genere e sessuale, non accetta passivamente di ricoprire il ruolo che la società patriarcale ha deciso per loro, è l’esercizio di potere che essa esercita su queste soggettività affinché il loro comportamento risponda alle loro aspettative”.
Poi un riferimento alle polemiche innescate a Marsala dall’ esposizione delle vele contro il ddl Zan ad opera del movimento Pro Vita: “un episodio che ben si inserisce in questo contesto di violenza e oppressione, con l’aggravante che queste sono state esposte vicino alle scuole, fucina del pensiero critico. Ma non dimentichiamo che questo non è un episodio isolato: ricordiamoci che qualche mese fa il consiglio comunale di questa città ha approvato la delibera del registro dei bambini mai nati; ricordiamoci le parole di Padre Bruno De Cristofaro, prete di Marsala, che ha paragonato l’olocausto all’aborto. Tutto ciò è inaccettabile, e siamo felici di constatare come la città di Marsala sta reagendo, tuttavia è anche necessario ribadire ancora una volta che la violenza di genere è un fenomeno sociale e culturale e come tale deve essere affrontato e combattuto. Non in sporadiche occasioni, ma quotidianamente e in ogni dove. E per farlo è necessario un impegno costante e collettivo”.