Sulle parole del padre della diciottenne che ha denunciato quattro amici per violenza sessuale di gruppo a Campobello di Mazara, il quale si è presentato in Caserma con i ragazzi difendendoli e accusando la figlia di essere ubriaca e di non rendersi conto di cosa è accaduto, interviene l’Avvocato Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime: “I fatti risalirebbero alla notte tra il 6 e il 7 febbraio. Gli inquirenti hanno riferito che il quadro indiziario è chiaro, tanto che le ferite riportate dalla ragazza e le indagini successive hanno consentito al giudice l’emissione di provvedimenti cautelari nei confronti di alcune delle persone denunciate. Il fatto che il padre della vittima si sia schierato apertamente con i presunti violentatori è inammissibile e, ancora una volta, fa comprendere come la donna che denuncia uno stupro subisce, spesso, una doppia offesa: quella del reato subito e quella di doversi giustificare per lo stato in cui si trovava o per come era vestita al momento del fatto, come se l’alterazione alcolica o una minigonna rappresentassero motivi che giustificano una violenza. Un modo di ragionare – conclude Aldrovandi – indegno di una società civile e assolutamente inaccettabile se proveniente da colui che quella vittima dovrebbe proteggere, ossia il padre, anche qualora fosse stato in qualche modo indotto a farlo”.
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