All’indomani della richiesta della “linea dura” da parte del governatore Musumeci nei confronti dei “furbetti del vaccino”, arriva il primo provvedimento nei confronti dell’Asp di Ragusa. Sono stati infatti sospesi per 30 giorni due dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale ragusana nei confronti è stato avviato un iter disciplinare con rischio licenziamento.
Da qui è scattata la prima inchiesta coordinata dai carabinieri del Nas che si è estesa anche alle Asp di Palermo e Trapani.
A firmare il provvedimento questa mattina è stato il manager Angelo Aliquò, che dopo le verifiche sugli elenchi dei centri vaccinali ha deciso di sospendere in autotutela i primi due dirigenti, appellandosi all’articolo 73 del contratto nazionale di lavoro. E altri due provvedimenti verranno firmati nelle prossime ore verso altri due dirigenti.
E’ stato altresì sospeso il responsabile del centro vaccinazioni di Scicli, che nei giorni scorsi era già stato rimosso dall’incarico. Dalle prime verifiche è emerso che, in seguito alla defezione di alcuni prenotati nei primi giorni di avvio delle vaccinazioni, il 6 gennaio scorso le dosi sono state somministrate alla moglie dipendente comunale, alla figlia (che ne aveva diritto in quanto operatore sanitario) e al genero. In un’intervista il dirigente aveva negato pubblicamente che fra i vaccinati ci fossero suoi parenti, ma è stato smentito dai registri ufficiali. Il secondo provvedimento di sospensione è andato alla sostituta del dirigente, che ha vaccinato marito, fratello, nipote di 25 anni e altri parenti. Altri casi ci sono a Comiso e Vittoria.
Intanto l’Asp di Ragusa, su indicazione dell’assessorato regionale, ha sospeso la seconda dose per chi ha ricevuto la prima senza averne titolo. Adesso bisogna capire cosa succede nelle altre aziende ospedaliere siciliane.