La Sicilia in zona rossa e l’accordo sul disavanzo della Regione sono i due temi principali della conferenza stampa indetta a Catania dal presidente della Regione Nello Musumeci e che vedrà presenti anche anche il vice presidente Gaetano Armao (assessore all’Economia) e gli assessori alla Salute, Ruggero Razza e all’Istruzione, Roberto Lagalla.
Musumeci sul disavanzo afferma: “Come è a tutti noto, nel novembre 2019 ho partecipato a una seduta del Consiglio dei Ministri in cui chiesi di sottoscrivere un accordo che potesse mettere ordine nei conti della Regione. Abbiamo dovuto aprire gli armadi segreti e sono venute fuori realtà che non erano emerse nella loro effettiva dimensione. Il disavanzo è particolarmente consistente (quasi due miliardi) determinati da quasi un trentennio di… allegra gestione e disordine contabile. La pandemia ci ha costretto ad aspettare per tutto il 2020: ora l’accordo ci chiama ad ulteriori sacrifici. É un’amarezza perché paghiamo colpe non nostre, ma è un’opportunità per mettere in ordine i conti. Ne godrà chi verrà dopo di noi. Perché noi crediamo che l’autonomia sia non permissivismo ma responsabilità”.
L’assessore Armao riassume i punti dell’accordo Stato – Regione: “Gli accordi con lo Stato non sono regali o prebende, ma riconoscimenti dell’autonomia speciale della Sicilia. Spalmare tale disavanzo in tre anni avrebbe portato al default, ma alla fine si è conseguito un importante risultato attraverso un leale e continuo confronto istituzionale. Con questo accordo potremo spalmarlo in 10 anni e avremo un’esenzione per quest’anno, cosa che ci permette di liberare 400 milioni nel bilancio 2021. Il bilancio potrà essere affrontato dunque con serenità”. E sui risparmi di spesa afferma: “Parte del disavanzo si realizzerà attraverso i risparmi di spesa, crescenti ogni anno (a partire da 40 milioni quest’anno). Avremo anche una franchigia del 10%: l’obiettivo annuale del risparmio di spesa sarà considerato raggiunto laddove sarà raggiunta la soglia del 90% del totale previsto. Le riduzioni di spesa sono state inserite in blocchi: il 20% dalle prime 4 voci; un 40% e un altro 40% dalle restanti voci”. Sulle partecipate: “Il governo Musumeci ha già intrapreso un percorso di razionalizzazione e continuerà a farlo. Riscossione Sicilia tornerà allo Stato e ci saranno la concentrazione Resais – Sas e quella tra Sicilia Digitale, Interporti e Parco scientifico e tecnologico”. Sul blocco al turnover: “É stato limitato al comparto, non sarà applicato alla dirigenza. Certamente ci sarà una riorganizzazione del personale”.
Poi sulla zona rossa, il Governatore ha detto di essere stata una scelta sofferta: “Abbiamo voluto conciliare le nostre misure restrittive con quelle del Dpcm nazionale. Misure più morbide del lockdown di marzo. Il Ministro Speranza si è reso conto che dichiarare la Sicilai tutta zona rossa era l’unico possibile rimedio. Sarà applicata per due settimane e poi faremo i conti, vedremo quali saranno i risultati. Se non saranno soddisfacenti adotteremo ulteriori misure restrittive e prorogheremo la zona rossa”. Poi parla delle regole che già ha reso note.
Sulla scuola: “Dopo il 31 gennaio se lo stato d’emergenza persiste chiuderò anche la scuola media. Ma al momento non sono le scuole il focolaio”. Un appello di Musumeci va ai prefetti dell’isola e alle forze dell’ordine per alzare i controlli.
Poi Musumeci anche ironizzando afferma: “Poi in quest’isola pirandelliana, c’è cu a voli cotta, c’è cu a voli chiura”. Ciò per tutti coloro che sono d’accordo e per tutti quelli che non sono d’accordo con le misure.
Razza invece ha affermato che era necessario entrare in zona rossa prima di adesso, ma non c’erano disposizione ancora chiare. “A chi pensa che la richiesta di zona rossa sia sproporzionata, dico che parla senza sapere di cosa parla – dice l’assessore regionale alla Salute -. L’indice Rt nel suo massimo era già a 1,25 e ci sono stati circa 2.000 casi al giorno. Quasi tutti i distretti sanitari hanno superato la soglia dei 200 casi per 100 mila abitanti, alcuni anche la soglia dei 250 per 100 mila abitanti. Si resta al di sotto delle soglie di allerta sul fronte ospedaliero, ma ora i ricoverati sono più di 1.500. Anticipare la misura ha il doppio di valore di proteggere il sistema sanitario e quello produttivo, oltre a garantire un’adeguata campagna vaccinale nelle settimane a venire”.
Sui vaccini: “Abbiamo avuto uno sprint iniziale ma adesso abbiamo dovuto sospendere le attività vaccinali per problemi di magazzino, non possiamo non avere i richiami. Attendiamo ulteriori dosi. Ma è in sede comunitaria che bisogna che si diano una mossa”.
Poi interviene l’assessore alla Pubblica Istruzione, Lagalla: “Il governo regionale si è mosso con responsabilità, cautela e riferimento oggettivo ai dati. L’ordinanza regionale è coerente con il Dpcm. Non eravamo impreparati sul fronte del rientro a scuola: semplicemente l’ultima settimana è stata quella del nuovo temuto aumento dei contagi. I primi dati della prima giornata di screening (il 14 gennaio) su elementari e medie ci dicono che ci sono lo 0,33% positivi. Dati che non si discostano da quelli registrati prima delle festività. Alcuni sparano alla ‘viva il parroco’, ma non si può prescindere dai dati oggettivi. Ora abbiamo 15 giorni per fare le dovute valutazioni per i restanti ordini e gradi”.
L’assessore Razza sulle visite e il divieto: “Il divieto è di fare visita principalmente agli amici. I parenti stretti vengono tenuti a parte come nelle Faq del Governo. Si devono fermare gli ‘incontri di comunità’. Per la ristorazione l’asporto o la consegna a casa è fino alle 22. Per i bar o pub o comunque per chi non ha cucina, fino alle 18”. Ma sul punto ci sono ancora tanti dubbi, così come per lo spostamento nelle seconde case.
Per le chiese: “Non abbiamo previsto restrizioni se non quelle già in atto nel Dpcm nazionale”, afferma Musumeci che poi dice: “Il Signore in questo periodo di pandemia consente tutte le remissioni di peccati”.