Barbagallo: «Il PD non ha vinto a Marsala perchè 9 liste erano difficili da battere a prescindere dall’operato di Di Girolamo. Ripartiamo dalle idee politiche e dal territorio»

Tiziana Sferruggia

Barbagallo: «Il PD non ha vinto a Marsala perchè 9 liste erano difficili da battere a prescindere dall’operato di Di Girolamo. Ripartiamo dalle idee politiche e dal territorio»

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mercoledì 07 Ottobre 2020 - 17:09

Con questa legge elettorale, già ai nastri di partenza, c’era poco da fare. Lo abbiamo anche denunciato durante la campagna elettorale. La differenza del numero dei candidati era evidente. E’ chiaro che l’operato di Di Girolamo, di fronte a questo, passa in secondo piano”.

Tutta colpa, o quasi, dell’esercito di candidati che ha affollato le nove liste a sostegno del neo sindaco di Marsala, Massimo Grillo, se il sindaco uscente Alberto Di Girolamo, non è stato rieletto e il PD ha ottenuto un risultato a dir poco deludente che non gli ha consentito di piazzare neanche un consigliere all’interno del massimo consesso civico. Dall’analisi del segretario regionale del PD in Sicilia, Antony Barbagallo, insomma c’era ben poco da fare a prescindere dall’operato mantenuto da Di Girolamo durante la sindacatura. Di Girolamo insomma, sarebbe una sorta di Leonida alle Termopili contro l’esercito di Serse il persiano. Barbagallo in verità ha invitato tutti i dirigenti del PD locale a fare autocritica e a riorganizzarsi per ripartire dalle idee politiche e dal controllo verso l’operato dell’amministrazione vincente.

Onorevole Barbagallo, secondo lei, perché il PD, a Marsala, ha perso?

“Di Girolamo credo che abbia fatto la sua parte ma la coalizione che sosteneva Massimo Grillo si è organizzata in modo consistente sfruttando la possibilità dell’effetto trascinamento. Certamente il numero delle liste è stato un aspetto dirimente che poi ha pesato nella campagna elettorale a favore di Grillo. Con questa legge elettorale, già ai nastri di partenza, c’era poco da fare. Lo abbiamo anche denunciato durante la campagna elettorale. La differenza del numero dei candidati era evidente. E’ chiaro che l’operato di Di Girolamo, di fronte a questo, passa in secondo piano“.

Dunque, secondo lei, nella mancata elezione di Alberto Di Girolamo ha influito maggiormente il numero delle liste “avversarie” piuttosto che le spaccature interne al PD di Marsala? Le rammento la scarsa “comunicazione” che ha contraddistinto Di Girolamo durante la sua sindacatura e che la base aveva manifestato perplessità sulla sua scelta sacrosanta a volersi ricandidare.

“La democrazia è bella per questo. Di Girolamo ha scelto di ricandidarsi e il PD, il circolo e il partito provinciale, lo hanno sostenuto. Noi siamo un Partito coerente e non facciamo inversioni all’ultimo minuto. Lo sforzo doveva essere fatto sulla costruzione del numero di liste e in quel caso avremmo raccontato un’altra storia. Il risultato però è questo e la politica e il partito sono chiamati a fare risultato anche dall’opposizione. Ora tutti i dirigenti sono chiamati ad assumersi questo tipo di responsabilità”.

Il PD non avrà nessun consigliere, onorevole. Come fare opposizione se non è scattato nessun seggio? La stessa Linda Licari, sebbene abbia portato a casa più di 890 voti, non è stata eletta.

L’errore è stato non fare una lista unica. Il PD, si è frazionato in più liste, penso a Marsala Coraggiosa e dall’elettorato, questo, non è stato premiato”.

Per lei, la non elezione del sindaco uscente è più una sconfitta personale o dell’intero PD?

“Ora bisogna lavorare senza additare la responsabilità singola ma ognuno deve assumersi la propria”.

Lei però ha recentemente dichiarato che laddove il PD si è alleato con i Cinquestelle, ha vinto a primo turno, vedi il caso della città della ex Fiat siciliana, Termini Imerese dove, la candidata Maria Terranova ha vinto, anzi si è trattato della prima donna eletta a sindaco nella storia dell’amministrazione cittadina.

Assolutamente sì, confermo, ma a Marsala non ci sono state le condizioni. I Cinquestelle volevano andare da soli e non ne volevano sapere e noi avevamo il sindaco uscente. I cinquestelle avevano difficoltà a sostenere Di Girolamo proprio per questo. Le fusioni a freddo non si possono fare”.

Adesso come vi riorganizzerete?

Partendo dal Circolo e dal partito provinciale, ripartendo dall’opposizione dove i marsalesi ci hanno messo e speriamo di ripartire sulle proposte politiche e staremo molto attenti a controllare l’amministrazione Grillo”.

La stanchezza del PD marsalese, con tutti i malumori e le discordanze che lo hanno contraddistinto recentemente, però ebbe un sussulto quando si vociferò per un certo tempo, la candidatura a sindaco di Andreana Patti.

Ci sono gli organismi di partito che hanno deciso, il Circolo di Marsala insieme al partito provinciale, di puntare su Di Girolamo. Si è trattata di una scelta libera che devo dire ha avuto anche una sua logica e una sua coerenza. Toccò a loro scegliere la candidatura e dopo ampio dibattito arrivarono a Di Girolamo“.

La Patti, quando si ritirò, nel comunicato di rinuncia, dichiarò di non voler passare alla Storia per quella che aveva spaccato il PD. Ma non le sembra che il partito locale lo fosse già?

La decisione è toccata al Circolo e se la Patti voleva andare avanti avrebbe dovuto essere sottoposta agli organi del Circolo. Io dico che se Di Girolamo avesse chiesto la ricandidatura, gliela avrebbero riconosciuta”

Come e da chi si riparte, onorevole?

Si riparte dagli organismi di partito e dalla segretaria del Circolo di Marsala, Rosalba Mezzapelle e dal partito provinciale che è chiamato a fare uno sforzo per recuperare e costruire una nuova proposta politica possibilmente con robuste dosi di inserimento di una nuova classe dirigente e poi ci sono anche delle ottime affermazioni di lista, penso ai consiglieri che hanno superato 600 voti”.

La Mezzapelle ha ottenuto 131 voti, onorevole.

Sì, ma ci ha messo la faccia. Noi non misuriamo le persone dal successo e dai voti presi.

Ci dica una proposta, Barbagallo, qualcosa di sinistra.

Di fronte ad una sconfitta simile bisogna mobilitare il territorio, partire dalle associazioni, dal mondo vitale, rapportarsi con la scuola. Il partito è chiamato fare questo.

Tiziana Sferruggia

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