NIMBY: non nel mio giardino. Questa è la formula che siamo abituati ad usare quando, pur consapevoli dell’utilità di alcune opere pubbliche o, come in questo caso, di scelte sanitarie considerevoli, ci tiriamo indietro e speriamo che vengano realizzate altrove. Nell’animata conferenza stampa che si è svolta a Mazara, presso la Sala La Bruna del sempre fascinoso Collegio dei Gesuiti, indetta dal sindaco Salvatore Quinci, sono emerse tutte le (forse legittime) perplessità sulla scelta di realizzare un reparto Covid al secondo piano del nosocomio mazarese Abele Ajello. La presenza del primario del reparto speciale, Pietro Colletti e del Commissario Straordinario dell’ASP di Trapani, Paolo Zappalà, ha dissipato alcuni dubbi e smontato un pò le galoppanti polemiche che hanno accompagnato in questi giorni l’apertura del reparto destinato all’accoglienza e alla cura dei malati infettivi. La polemica più gettonata, inutile dirlo, è quella relativa all’ospedale di Marsala, ex Covid Hospital, attrezzato come esclusivamente dedicato ai malati Covid nei mesi più bui del lockdown ed ora “inspiegabilmente” (secondo molti) accantonato in favore di una scelta che è ricaduta su Mazara, appunto. I più smaliziati avanzano l’ipotesi che il reparto Covid sia stato realizzato a Mazara perchè a Marsala siamo in piena campagna elettorale e pertanto, la scelta di Zappalà, (ricordiamo che sostituisce Fabio Damiani finito in carcere lo scorso 21 Maggio per corruzione nell’Operazione Sorella Sanità) sarebbe alquanto “politica”. Zappalà però ha precisato di “non conoscere nè l’attuale sindaco di Marsala nè i 5 candidati a tale ruolo nè quello che eventualmente ne starebbe facendo un suo cavallo di battaglia. Non ho incontrato Albero Di Girolamo non per problemi politici ma perchè sinceramente non ho avuto tempo. E’ una coincidenza che ci siano le amministrative a Marsala”. Dunque, in sintesi, secondo Zappalà, non sarebbe in atto nessun maneggiamento occulto, nè una malcelata volontà politica nel voler favorire qualcuno a svantaggio di altri.
“Riuscire a mettere in piedi, in 5 giorni, un reparto che, in tutta sicurezza, garantirà la salute dei pazienti e degli operatori sanitari, è encomiabile. Abbiamo scelto e deciso tutto in tempi rapidissimi. Faccio ammenda del fatto che ai cittadini mazaresi ,la scelta di adibire un reparto Covid all’Abele Ajello, non sia stata fatta al meglio, ma ci tengo a precisare che questa non è stata una scelta politica ma tecnica, senza dietrologie.
Lo stesso Commissario ha precisato che la scelta si è imposta per via del già esistente impianto di aerazione utile in caso di malattie infettive: al secondo piano c’è un reparto di ex Pneumologia che disponeva di stanze con un impianto di controllo dei flussi dell’aria, ovvero, in gergo, “pressione negativa”. Questo impianto consente all’aria di entrare ma di non uscire, l’ideale per gestire dei malati che trasmettono il virus attraverso il respiro. Dopo un sopralluogo, ho proposto all’assessore Ruggero Razza di poter attivare questo reparto e dotarlo di 12 posti letto e 4 di terapia intensiva. Per fortuna, l’epidemia, in questi giorni registra dati positivi. Sono diminuiti i contagiati e il numero dei tamponi non è diminuito. Non c’è un’emergenza che ci impone di convertire un intero presidio in Covid Hospital. Per adesso basta un reparto. La curva epidemica non desta preoccupazioni ma dobbiamo aumentare la capacità dei laboratori a fare subito la diagnosi.
Buone notizie anche per l’incremento dell’organico. Il Commissario ha precisato che stanno “velocizzando un concorso per anestesisti che avevamo in azienda. Nel giro di un mese, per tutta l’azienda, saranno coperti i posti. Ci sono 42 candidati per 27 posti. Le perplessità ovviamente riguardano la gestione della “contaminazione”, ovvero dell’eventuale miscellanea fra “sporco e pulito” che, nel caso si verificasse, metterebbe a rischio non solo gli altri paienti non affetti da Covid ma anche medici ed infermieri e personale ausiliario. E anche qui, il Commissario Paolo Zappalà, è stato esaustivo: “il nostro scopo è garantire la salute dei pazienti e degli operatori sanitari e garantire il resto di tutte le attività mediche negli altri reparti. Anche la separazione fra “sporco e pulito” è garantito. I pazienti Covid utilizzano una TAC e gli altri pazienti ne utilizzano un’altra e anche il tragitto è separato. Inoltre, c’è un sistema esterno di impianti elevatori che consentono di raggiungere il reparto senza attraversare l’Ospedale. I pazienti Covid, qualsiasi percorso facciano, non mettono a rischio gli altri pazienti. A chi avrebbe auspicato la collocazione dei pazienti Covid in una struttura esterna all’Ospedale, Zappalà ha risposto che i malati Covid hanno bisogno di essere assistiti da cardiologi, radiologi e di prestazioni mediche e quindi non possono essere disgiunti dal presidio stesso. Devono essere separati ma attigui ad un Ospedale. Questo garantisce la loro salute. E’ stata la scelta migliore a parità di condizione. Il dottor Pietro Colletti, primario neo nominato del reparto ha invece ribadito che c’è un principio di solidarietà nazionale e regionale che garantisce l’ assistenza a pazienti provenienti da tutta Italia. Noi, come ASP di Trapani garantiamo l’eccellenza di cure. in questa fase della pandemia non sono previsti lockdown sia di tipo sociale che di tipo sanitario quindi non sono previsti Covid Hospital. Con me lavorano 12 medici, peneuomologi, infettivologi e medici assunti con contratti specifici per il Covid oltre agli anestesisti più le competenze plurispecialistiche.
Non sono mancate le ipotesi di pre- scelta che hanno in un certo senso messo in dubbio la sveltezza del decisionismo pragmatico del dottor Paolo Zappalà. Quando qualcuno dei presenti ha fatto appello a voci di corridoio secondo le quali le apparecchiature nel reparto Covid di Mazara fossero già presenti ben prima della sua nomina avvenuta lo scorso 10 Agosto, Zappalà si è un pò scomposto e ha rigettato tutti i retroscena: non so a cosa vi riferiate. Il reparto di Pneumologia era vuoto. C’era endoscopia digestiva e in un giorno l’abbiamo trasferito.
Zappalà ha promesso che Mazara comunque ne ricaverà qualche beneficio anche se il reparto di malattie infettive, alla fine dell’emergenza Covid, non resterà a Mazara perchè la rete ospedaliera prevede 8 posti letto però a Marsala. “Questo progetto porterà comunque investimenti a Mazara, penso all’angiotac che sarà aggiornata nel software. E’ un progetto che potenzierà il presidio di Mazara”. Questa la promessa del Commissario Straordinario.
Una sorta di forma compensativa, almeno così come l’ha accolta il sindaco Salvatore Quinci il quale ha precisato che l’attività sanitaria può essere effettuata nel nostro Ospedale in piena sicurezza sia che si tratti di pazienti affetti da Covid19 che da altre patologie. La comunità mazarese è ospitale ed in grado di assumersi della responsabilità. Questa è la nostra garanzia
Tiziana Sferruggia