Il Grande Paese

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mercoledì 16 Settembre 2020 - 07:03

L’ altra sera, ospite di La7 nel programma Otto e Mezzo condotto nuovamente, dopo la sosta estiva, dalla collega Lilli Gruber, tra gli ospiti c’era il giornalista Beppe Severgnini. Che si tratti di un collega esperto e preparato nessuno lo mette in dubbio e naturalmente neppure noi. Spesso il “Nostro” è collegato da qualche sede estera e spessissimo è invitato quando il discorso va a cadere sugli Stati Uniti. Severgnini è conoscitore degli States dove come inviato o corrispondente ha lavorato molto. Noi che già a Trapani ci sentiamo “Fuori Paese” non abbiamo motivo di confutare quello che ci racconta. E’ lui l’esperto. Ci sembra, è legittimo però si badi bene, che da residente si sia a poco a poco trasformato in tifoso.

Ha le sue idee e spesso sta con i Democratici. Quindi è molto critico con l’amministrazione guidata da Donald Trump. Anche noi non abbiamo molto a simpatia il presidente degli Stati Uniti. Ne abbiamo osservati di migliori. L’altra sera però Severgnini, nel suo ardore di americano adottato, secondo noi ha perso l’occasione per commentare a caldo l’ultima esternazione di Trump. Peccato. Dalla nostra postazione lo facciamo noi. “Se muoiono – ha detto il residente della Casa Bianca – un veloce processo con condanna a morte per il killer. E’ l’unico modo per fermare questo!”. Così su Twitter il presidente degli Stati Uniti, invocando la pena capitale per chi, nella notte di sabato della scorsa settimana, ha teso un agguato a due poliziotti della contea di Los Angeles, ferendoli gravemente. Chi ci conosce sa che noi siamo contro ogni forma di violenza e al solo pensiero della pena capitale restiamo terrorizzati.

Siamo favorevoli alle pene anche severe per i colpevoli, ma nessuna vendetta contro chi ha sbagliato. Ma Trump in un colpo solo ha distrutto quella che Severgnini chiama la più antica democrazia del mondo. Ha demolito il processo invocandone la velocità ma solo nel caso i due poliziotti feriti facciano una cattiva fine. E poi è andato oltre e ha già emesso la sentenza: morte subito per i colpevoli. Per fortuna in quella democrazia si vota ancora. Altrimenti saremmo all’anticamera della dittatura. Il capo politico emette le sentenze e le esegue.

Quando eravamo bambini abbiamo conosciuto l’America attraverso i film con gli indiani dove loro erano sempre i cattivi e gli altri, i bianchi, sempre quelli buoni. Ora sappiamo che non è andata così. Ma già da allora si cominciava ad intuire. Poi arrivarono i film americani un pò, non so se ci capite, “fiaccotti” e la gente incominciò a chiamare le stupidaggini “americanate”. Se non fosse un argomento serio, quella di Trump è l’ultima, in ordine di tempo, americanata.

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