A oltre sei anni dalla sua istituzione, la “Banca della Terra di Sicilia” inizia a muovere i primi passi. Il governo Musumeci dopo avere individuato, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera, i criteri per selezionare i potenziali beneficiari, ha approvato l’elenco dei primi terreni demaniali che verranno dati in concessione ai “giovani agricoltori”, attraverso una rigorosa procedura di evidenza pubblica.
Si tratta di beni immobili sparsi nelle province dell’isola per un totale di oltre 1.150 ettari. Nella Banca della Terra possono rientrare: i terreni e gli immobili della riforma agraria che permangono nella disponibilità dell’Ente di Sviluppo Agricolo (ESA) a conclusione della procedura di assegnazione di cui all’art. 20 della legge regionale n. 5/2014; i terreni e gli immobili del demanio forestale non strettamente funzionali all’espletamento dell’attività istituzionale dell’Amministrazione forestale regionale; i terreni e gli immobili di proprietà dell’Assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea e degli enti sottoposti a tutela e vigilanza dello stesso; i terreni e gli immobili che gli enti locali e/o altri soggetti pubblici mettono a disposizione in uso gratuito all’Amministrazione regionale allo scopo dell’inserimento nella Banca della Terra di Sicilia; i terreni e gli immobili che i privati mettono a disposizione per l’inserimento nella Banca della Terra di Sicilia;
«La “Banca della Terra” – sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci – rappresenta un’importante occasione per rafforzare le opportunità occupazionali e di reddito delle aree rurali. Con questo strumento puntiamo a valorizzare il patrimonio agricolo forestale, pubblico e privato, incolto o abbandonato, favorendo, tra l’altro, il ricambio generazionale nel settore. Con questo primo bando “sperimentale”, al quale ne seguiranno altri, andiamo incontro alla volontà di adesione alle opportunità offerte dal Psr che abbiamo registrato, da parte di tanti siciliani aspiranti agricoltori. C’è un grande fermento tra i giovani dell’isola, desiderosi di ritornare alla terra. In questo modo vogliamo metterli in condizione di avviare un’attività agricola, senza doversi sobbarcare gli oneri derivanti dall’acquisto dei terreni, che avrebbe costi proibitivi».