Un accenno di quiete dopo la tempesta Covid, e il calcio torna a far rotolare il pallone tra dubbi e cautele. I club sono al lavoro individualmente e attendono il placet per tornare in gruppo dal 18 maggio per una ripresa della serie A intorno al 14 giugno. La Germania fa da apripista fra una settimana mentre Spagna e Inghilterra dovrebbero ripartire dopo l’Italia, il 20 e il 28 giugno. Chiusi i tornei invece in Francia (non senza qualche dubbio), Olanda e, quasi certamente, Belgio. L’infuriare del contagio, con due mesi di lockdown, lascia lutti e macerie, ferite materiali, economiche e psicologiche. Nulla sarà più come prima e, a parte qualche voce stonata, anche il mondo del calcio si è adeguato con responsabilità. Prima la salute, poi occhio alla crisi economica.
C’è tanta voglia di ripartire, anche se a porte chiuse, ma i problemi sono a grappoli. Da Rugani l’11 marzo la serie A ha registrato una trentina di positività: la Fiorentina, la Sampdoria e la Juve sono risultate le più colpite. Paulo Dybala è rimasto positivo per un mese, molti giocatori sono ancora all’estero. Ora che le squadre si stanno sottoponendo a controlli emergono casi alla Fiorentina e alla Samp (c’è un recidivo), uno anche al Toro. In attesa di un protocollo e del via libera del Comitato tecnico-scientifico e della Giunta Coni col ministro Spadafora, le squadre sono al lavoro e dal 18 avvieranno – sperano – le sedute in comune. Ogni team costituirà un gruppo autonomo, isolato e senza rapporti con l’esterno. Ma si viaggia sul filo del rasoio e basterà qualche incidente di percorso per chiudere il torneo.
Si riparte con la lotta scudetto a tre tra Juve, Lazio e Inter, la corsa per l’Europa League e la volata per salvarsi. I club contano i danni: giocatori svalutati, incassi azzerati e quote abbonamenti da restituire, l’incognita infortuni con una ripresa accelerata e la necessità di giocare sempre per chiudere a fine luglio. Alcuni club hanno raggiunto l’accordo per una decurtazione degli ingaggi, ma c’è la grana con Sky che non vuole ora pagare la rata dei diritti tv per gare non disputate. C’è anche l’ipotesi di far disputare le gare nelle città del centro-sud meno colpite dal virus. C’è poi una divergenza di fondo tra i tifosi: alcuni premono per riprendere, molti sono contrari per motivi etici (giocare dopo tanti lutti e tanti tamponi ‘sottratti’ alla gente comune), ma non sono escluse motivazioni meno nobili (la volontà di condizionare le scelte). Tanti club sono in crisi per la svalutazione dei giocatori e i riflessi sui bilanci. I prestiti slitteranno di due mesi, si dovranno trovare date idonee per il mercato visto che in agosto si giocheranno le coppe europee. L’Uefa è inflessibile nella volontà di finire la stagione in agosto, di avere classifiche certe. Visto che si giocherà tanto c’è il via libera dell’Ifab per i cinque cambi nei 90′ di gioco con al massimo tre interruzioni come avviene ora (sei con i supplementari) che favorirà i club con organici più ricchi.
La bufera Coronavirus è stata affrontata bene dalla Germania che sarà la prima a ripartire col calcio. Da sabato 16 la Bundesliga riprende a porte chiuse sfidando i possibili assembramenti esterni in coincidenza col derby Dortmund-Schalke, la settimana dopo ci sarà il big match Dortmund-Bayern. Le perplessità riguardano i vari casi positivi (fra cui tre al Colonia) e gli ultimi due nel recente giro di tamponi. La Lega vuole chiudere entro il 27 giugno con 9 giornate da giocare. Più complessa la situazione in Inghilterra e Spagna, che hanno vissuto il ciclone Covid dopo l’Italia. In Premier, col Liverpool virtualmente campione, i club vorrebbero ripartire il 12 giugno, anche su campi neutri, ma è probabile che l’avvio (voluto dalle 9 big, con molti giocatori contrari, e osteggiato dalle piccole che vorrebbero congelare la stagione) slitti per sicurezza al 28. In Spagna, i tre casi positivi degli ultimi giorni (Herrera, Lodi e Remiro) aumentano le perplessità. Il tecnico del Leganes Aguirre ha anticipato che si partirà il 20 giugno e si finirà a fine luglio. Anche se la Lega spagnola non ha avallato sembra una road map plausibile. Hanno chiuso la stagione Francia (ma il Lione chiede un ripensamento), Olanda e ora lo farà il Belgio. Le squadre impegnate in Europa ad agosto faranno una preparazione a parte. Negli altri paesi sono pronti a ricominciare: Polonia, Serbia, Croazia a fine maggio, poi a giugno toccherà a Bulgaria, Danimarca, Ungheria, Portogallo e Turchia. Ad agosto si giocherà la Champions per archiviare una stagione anomala che nessuno dimenticherà facilmente e creerà uno spartiacque con un futuro che si auspica meno incerto.
Fonte: lastampa.it