Porto turistico di Marsala, la Regione revoca la concessione demaniale marittima

Vincenzo Figlioli

Porto turistico di Marsala, la Regione revoca la concessione demaniale marittima

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sabato 11 Aprile 2020 - 08:53

In questi giorni segnati dall’emergenza Coronavirus e, tra le altre cose, anche dalla preoccupazione per gli effetti che la pandemia potrà avere sul territorio, si registra una notizia destinata ad avere forti ripercussioni sullo sviluppo economico locale. Il dirigente generale del Dipartimento Ambiente della Regione Siciliana, Giuseppe Battaglia, ha firmato nei giorni scorsi un provvedimento di revoca della concessione demaniale marittima nei confronti della Myr per la realizzazione dell’approdo turistico Marina di Marsala.

Si tratta di un progetto che da alcuni anni ha acceso gli entusiasmi di buona parte della comunità, che da tempo auspica una riqualificazione dell’area portuale lilybetana, che notoriamente soffre gravi problemi strutturali che non ne consentono un’adeguata fruizione. Dopo un iter procedurale lungo e tormentato, sembrava che tutto potesse andare nella giusta direzione e che, nel giro di qualche anno, i marsalesi avrebbero potuto contare su un approdo turistico moderno, in grado di ricollegare il centro cittadino al suo Porto, nell’auspicio di poter contare anche su un ulteriore investimento legato al progetto pubblico di messa in sicurezza dell’intero bacino. L’amministrazione Di Girolamo ha sostenuto in tutti i modi questo progetto, affiancando Ombra nella stipula dell’Accordo di Programma con la Regione, sottoscritto il 15 aprile 2016 alla presenza del presidente Crocetta (e poi ratificato dal Consiglio comunale) e istituendo anche una Commissione di Vigilanza per l’attuazione del progetto. In più occasioni anche i sindacati avevano manifestato grandi aspettative rispetto all’inizio dei lavori, che avrebbero sicuramente fornito una preziosa boccata di ossigeno all’economia locale con positive ricadute da un punto di vista occupazionale.

La concessione era stata rilasciata il 1° dicembre del 2017 e prevedeva l’inizio dei lavori dopo 6 mesi e la conclusione degli stessi entro 4 anni (teoricamente, il 1° dicembre 2021). Superato il termine iniziale, fissato al 1° giugno 2018, la Regione ha ritenuto meritevoli di accoglimento le memorie con cui la Myr si era opposta all’avvio della procedura di decadenza della concessione, effettuando altresì il pagamento del canone nel mese di gennaio 2019. Al contempo, la società dell’ingegnere Massimo Ombra aveva presentato argomentazioni convincenti circa la possibilità di poter iniziare al più presto i lavoro, mantenendo inalterati tempi per la realizzazione dell’opera. Da qui, l’ok alla proroga da parte della Regione, che aveva fissato per il 1° luglio 2019 la nuova data di inizio dei lavori. Sembrava che tutto, stavolta, potesse davvero andare nella direzione auspicata, anche perchè la scorsa primavera la Myr aveva annunciato che nell’esecuzione dell’opera sarebbe stata affiancata dalla Intercantieri Vittadello, azienda veneta che vanta un’esperienza pluriennale nella realizzazione di importanti infrastrutture e il cronoprogramma presentato a luglio aveva fissato per il 1° settembre l’avvio degli interventi tecnici propedeutici, ricollocando al febbraio del 2022 il completamento dell’opera. Anche l’autunno è tuttavia trascorso senza sostanziali novità, finchè il 2 dicembre la Myr ha presentato una richiesta di variante.

Il resto è storia di questi giorni: il 27 febbraio l’ingegnere Luigi Palmeri, nominato dal Comune di Marsala Rup del procedimento, aveva convocato una Conferenza di Servizi che si sarebbe dovuta tenere il 18 marzo per l’acquisizione dei pareri sulla citata richiesta di variante. L’emergenza Coronavirus e le disposizioni previste dal Dpcm del 9 marzo hanno poi reso inevitabile il rinvio dell’appuntamento a data da destinarsi, comunicato formalmente dal Rup l’11 marzo. Di qualche giorno successiva è la revoca della concessione demaniale marittima, sottoscritta il 19 marzo dal dirigente Battaglia.

A questo punto la società Myr potrà comunque giocarsi la carta del ricorso giurisdizionale al Tar entro 60 giorni alla firma del provvedimento o del ricorso straordinario alla presidenza della Regione Siciliana entro 120 giorni. L’auspicio della comunità è che non si tratti dell’ennesima occasione perduta per lo sviluppo del territorio.

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