Non ancora ufficialmente confermata, la notizia del rinvio al prossimo anno delle tratte sociali trova comunque il benestare della dirigenza dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani Birgi. «Lo slittamento è stato da noi auspicato, – commenta Salvatore Ombra, presidente di Airgest, società di gestione dello scalo -. perché crediamo nello sviluppo del territorio trapanese e non volevamo che questo bando, dopo gli enormi sforzi fatti, corresse il rischio di veder deserta la gara per l’affidamento dei collegamenti in Continuità Territoriale, visto che le compagnie aeree adesso sono più concentrate a salvarsi che a partecipare a gare».
Corretta secondo la dirigenza di Airgest, quindi la richiesta della Regione siciliana ad Enac di slittamento della scadenza del bando attuale. «Il trasporto aereo, – prosegue Ombra – sta subendo e subirà una profonda trasformazione. Non sappiamo ancora quante compagnie riprenderanno a volare. Quindi è corretto che ci sia uno slittamento, onde consentire la più ampia diffusione e partecipazione futura. La nostra stagione, a causa della pandemia che sta paralizzando il mondo, è compromessa, ma l’entrata in vigore degli oneri di servizio pubblico, le cosiddette “tratte sociali” o “onerate”, verrà posticipata, alla stagione invernale 2020-2021».
Ombra, ci tiene a sottolineare che l’attività dell’aeroporto continua, con la presenza giornaliera del management e prosegue, compatibilmente con l’emergenza sanitaria, anche il suo piano industriale. «Oltre oltre alle rotte onerate, infatti, e alle trattative persistenti con Ryanair, – spiega – anche per quanto riguarda la legge 14 della Regione siciliana, che destina 9 milioni e 400 mila euro all’aeroporto di Trapani, le trattative e le interlocuzioni procedono. Ci sono compagnie interessate, ma in un momento in cui non si sa nemmeno quando si riaprirà, si pensava il 13 di aprile ed invece si parla già del 3 maggio, è bene attendere, fino a che non ci sarà chiarezza».
Cosa succede nel dopo Coronavirus?
«Ciò che ci interessa di più adesso – rilancia il numero uno di Airgest – è sapere chi pagherà i danni del Coronavirus e, come fu per la guerra in Libia, quali saranno gli aiuti a favore degli aeroporti e delle compagnie aeree per la ripartenza. Dobbiamo fare focus su quali sono gli effetti che la pandemia lascerà sul trasporto e quali saranno le regole che verranno adottate per consentire alla gente di partire. Birgi, anche come piccolo aeroporto, sarà essere capofila per capire chi deve essere a dare una mano, se deve essere la Regione, il governo nazionale o l’associazione di categoria, con un supporto serio e competente. Saremo propulsore di proposte sul come risalire tutti insieme per tornare, prima alla normalità, e poi a crescere».