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lascio, a chi resta, aurore boreali,
e re di topi, e donnette barbute:
lascio i cavalli di Frisia e di Troia,
la Juve, i virus, la Nato, le virgole:
e così lascio lotterie e locande,
rebus, rosari, apriscatole e scatole,
dischi di Ellington, film con la Vlady,
vezzeggiativi, tinche e venerdì:
dopo di me verranno i nuovi Adami,
con ittiosauri e minotauri e lauri,
e con minoici, e marziani, e gesuiti:
e nuove esposizioni universali,
gare mondiali, guerre nucleari,
e imperi d’Occidente, e maomettiani:
dopo di me, il diluvio, e le pallottole,
e le famiglie, le scarpe, le trottole:
(…)
Edoardo Sanguineti, Novissimum testamentum, Manni, 1986