Coronavirus, i lavori che non si fermano. La preoccupazione anche economica di un elettricista marsalese

Gaspare De Blasi

Coronavirus, i lavori che non si fermano. La preoccupazione anche economica di un elettricista marsalese

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lunedì 23 Marzo 2020 - 07:30


Avvertiamo esigenze e relative preoccupazioni che mai ci saremmo sognati di vivere prima. Ci sono però persone che per il lavoro che svolgono sono destinati ad avvertire sentimenti e vivere preoccupazioni diverse dalla maggioranza della popolazione che deve (speriamo) rimanere a casa.

La nostra iniziativa ha riscosso il vostro gradimento stando ai contatti numerosissimi sui nostri social, vi abbiamo proposto nei giorni scorsi alcune interviste. Dopo un camionista e una cassiera di supermercato oggi vi proponiamo una figura che spesso “ospitiamo” nelle nostre case: l’elettricista.

Il signor Paolo Cr. è un elettricista (ma anche idraulico ci tiene a specificare) che svolge il suo lavoro assieme ad un giovane apprendista andando nelle case della gente che lo chiama quando ha bisogno d’interventi per piccoli lavori.

A causa del coronavirus il suo lavoro è diminuito?

“Si, da alcuni giorni non ricevo più alcuna chiamata. E infatti anche a seguito dell’ultimo provvedimento preso dal governo, ho deciso di interrompere la mia attività in attesa di tempi migliori”.

Però in questi giorni ha svolto la sua attività.

“Fino a quando i miei clienti mi hanno chiamato, ma si trattava sempre di casi urgenti (interruzione di luce elettrica o acqua per casa) sono andato. Naturalmente prendendo le precauzioni del caso”.

Che intende per precauzioni del caso?

“Intanto la mascherina professionale. Quella con il filtro che gli artigiani usano per i loro lavori. Fortunatamente ne avevo una discreta scorta. Pensi che parecchi miei clienti dopo l’intervento mi hanno chiesto di vendere loro alcune maschere. Quando ho potuto ne ho regalata qualcuna“.

Nel luogo di lavoro durante gli interventi come si è regolato?

Come tutti sanno quando viene a casa un tecnico si ha l’abitudine di stargli vicino per vedere che fa. Io ho cercato di distanziare i clienti, spero di esserci riuscito magari dicendo loro che era pericoloso per la presa di corrente. Ho cercato di lavorare in sicurezza non solo quella per il mio lavoro del quale ormai sono esperto, ma per il coronavirus. Intanto da alcuni giorni avevo messo in ferie il mio apprendista. Poi c’è un dato particolare, quando aggiusto un tubo o riparo una presa, la gente di solito mi offre il caffè e parla dell’intervento che sto eseguendo. In questi giorni non vedevano l’ora, e li capisco, che terminassi il mio lavoro e andassi via”.

Quando pensa di riprendere la sua attività?

Posso dire che ho paura?”

Certo anche io…

“Ho disinfettato, per quello che serve, il mio camion degli attrezzi e mi sono chiuso in casa, non ho alcuna intenzione di rischiare anche se la legge me lo dovesse consentire. Ci aspettano tempi difficili. Io svolgo solo questa attività e sono l’unica fonte di reddito della mia famiglia. Tra qualche tempo si proporrà anche il problema economico. Ho sentito al telefono il mio consulente ci dovrebbero essere degli aiuti economici a sostegno dell’artigianato. Vedremo”.

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