L’appello di Confcommercio Umbria in un momento così drammatico determinato dall’ emergenza coronavirus.
«In questi giorni di gravissima emergenza stanno arrivando i bollettini Imu, in certi casi anche per decine di migliaia di euro, ma le imprese non sono nelle condizioni di pagare. In attesa delle tanto auspicate misure del governo, occorre intanto provvedere a uno stop immediato della tassazione locale, a cominciare da Imu e Tari. Su questo tema abbiamo già incontrato alcuni Comuni, ma il problema riguarda l’intero territorio. Ribadiamo quindi alla Regione la richiesta di farsi parte attiva nel confronto con tutti i Comuni umbri, anche attraverso la loro associazione regionale».
«Come avevamo già sottolineato nell’incontro con le categorie economiche del 5 marzo, organizzato dagli assessori Paola Agabiti e Michele Fioroni, occorre una azione forte e coordinata per dare respiro alle imprese anche sul fronte della tassazione locale. Gli assessori avevano assicurato che la Regione si sarebbe attivata al più presto presso l’Anci. Da quell’incontro – aggiunge Confcommercio Umbria – la situazione si è ulteriormente aggravata per le imprese, come è evidente a tutti, e non sappiamo prevederne lo sviluppo. Il fattore tempo è ora di straordinaria importanza: per salvare le imprese dal baratro, per infondere un minimo di fiducia».
Le amministrazioni locali «devono fare la loro parte. Comprendiamo le loro esigenze di bilancio. Da noi dell’Umbria è partita la richiesta, subito recepita dal sistema nazionale di Confcommercio e Federalberghi, di premere sul governo per consentire lo sblocco del Fondo crediti di dubbia esigibilità che i Comuni sono obbligati a rimpinguare ogni anno. Uno strumento, insomma, c’è. La nostra richiesta deve essere sostenuta. La sopravvivenza delle imprese ora garantirà la ripresa dell’economia domani, non appena l’emergenza sarà passata».
Nei giorni scorsi Confcommercio aveva posto alla Regione anche il tema del credito, sottolineando «la necessità di attivare nuove linee di credito per incrementare la liquidità disponibile e finanziare il capitale circolante, in modo che le aziende possano fronteggiare una fase di mercato stagnante di cui non si riesce a prevedere la fine. Un intervento da attuare tramite il Fondo Centrale di Garanzia e le Agenzie regionali, così da portare al 100% la garanzia sui finanziamenti concessi dal sistema bancario».
Una misura, secondo Confcommercio, che deve andare di pari passo con quelle che il governo sta negoziando con ABI per ottenere la sospensione del pagamento delle rate dei mutui e l’allungamento della durata dei piani di ammortamento.
Tra le altre misure chieste: taglio del costo del lavoro, sospensione di pagamenti delle utenze, proroga al 1° gennaio 2021 di ogni nuovo adempimento fiscale e tributario, abbattimento dell’IVA per il settore turismo, indennità per i lavoratori autonomi e i professionisti, agevolazioni per le locazioni commerciali.