PD: saranno Domenico Venuti e Valentina Villabuona a contendersi la carica di segretario provinciale

Gaspare De Blasi

PD: saranno Domenico Venuti e Valentina Villabuona a contendersi la carica di segretario provinciale

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sabato 29 Febbraio 2020 - 07:00

Sono scaduti nel primo pomeriggio di ieri i termini per la presentazione delle candidature alla carica di segretario provinciale del Partito Democratico della provincia di Trapani. Sono in due i competitor che si “sfideranno” per occupare il ruolo di massimo dirigente dei democratici trapanesi: Valentina Villabuona e Domenico Venuti. Entrambi le candidature sono accompagnate da una mozione. “Abbiamo chiesto per mesi che si aprisse un tavolo di confronto che mettesse insieme tutte le aree per portare il partito ad un congresso unitario, serio e profondo, tutto ciò non è avvenuto e non certo per nostra responsabilità – affermano i sostenitori della trapanese Valentina Villabuona -. Abbiamo per questo deciso di candidarci con il sostegno delle democratiche e dei democratici della provincia di Trapani, al fine di garantire un congresso vero, che permetta a tutte le sensibilità del Pd di sentirsi rappresentante e che ci consenta di costruire un partito plurale, fatto di storie e culture diverse. In un momento in cui il Pd nazionale e anche quello regionale si aprono all’esterno e provano a coinvolgere rappresentanti della società civile, delle associazioni, amministratori locali che provengono da esperienze diverse, riteniamo che le scelte andavano fatte tutti insieme e non calate dall’alto. Non è più tempo per un partito chiuso e fintamente unitario, le sfide che ci attendono sono complesse e necessitano di una comunità consapevole e coesa che si costruisce con la condivisione e la partecipazione. Il nostro sostegno alla candidatura di Valentina ha l’obiettivo di rendere protagoniste le iscritte e gli iscritti che potranno solo beneficiare di un congresso vero, dove potersi confrontare sul modello di partito e sulle tematiche del territorio”.

Naturalmente di segno diverso il discorso sviluppato dai sostenitori di Domenico Venuti il quale in una nota afferma che “…la convergenza ampia, sia in termini politici che territoriali, maturata in questi giorni intorno alla mia candidatura mi onora sul piano personale e politico, soprattutto perché rappresenta un segnale chiaro nel senso di una netta inversione di tendenza rispetto alle dinamiche che hanno governato il PD in questi ultimi anni – afferma il primo cittadino di Salemi -. Chiedere ad un sindaco, impegnato quotidianamente sul territorio a contatto con le persone, di assumere un ruolo politico così importante è di per se un messaggio chiaro. Chiederlo ad un sindaco che nel recente passato ha lasciato incarichi politici prestigiosi, non condividendo un percorso che ha rischiato di compromettere seriamente la tenuta del PD a tutti i livelli e che ha portato al commissariamento del partito in Sicilia, diventa un messaggio chiarissimo. Ho deciso di accettare questa scommessa, fondata sulla condivisione di progetti comuni e sulla sintesi tra persone piuttosto che tra correnti. Sia chiaro che se eletto, non sarò il segretario che si occuperà di asfittiche beghe interne relative alla classe dirigente. Un rinnovamento di sostanza e di metodo insomma, in armonia con quanto avviato dal segretario Nazionale Zingaretti, che deve vedere coinvolti quanti lo condividono profondamente a prescindere se eletti, dirigenti, iscritti o simpatizzanti, ma soprattutto in grado di rivolgersi al di fuori dei confini partitici ed arrivare in tutte le case.

Abbiamo il compito e la responsabilità di costruire un partito in grado di guidare i processi sociali ed economici in corso secondo i propri valori di riferimento che, forti di solide radici nel passato, dovranno protendersi verso il futuro. Un partito che non teme il cambiamento ma lo vive come una sfida quotidiana. Un partito che discute agilmente con movimenti, associazioni, corpi intermedi perseguendo la contaminazione e non rifuggendola. Il solco è tracciato dalla recente Assemblea Nazionale del PD, che ha visto l’inserimento negli organismi di persone avvicinatesi recentemente al partito ed in taluni casi non tesserate, ha già dato il via al processo”.

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