Mafia di Balestrate, “Lo ammazziamo e poi gli diamo fuoco”: anche un marsalese coinvolto nel progetto dell’omicidio

redazione

Mafia di Balestrate, “Lo ammazziamo e poi gli diamo fuoco”: anche un marsalese coinvolto nel progetto dell’omicidio

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venerdì 07 Febbraio 2020 - 11:52

Ci sarebbe anche un pregiudicato marsalese coinvolto nel progetto di assassinare il mazarese Michele Giacalone, 30 anni, “colpevole” di non aver saldato i conti con la mafia di Balestrate. Queste le ultime indiscrezioni emerse dalle indagini messe a segno dai carabinieri di Monreale e Partinico che attraverso le intercettazioni ambientali, nei confronti del boss di Balestrate Alfonso Scalici, avrebbero sventato l’omicidio del giovane mazarese già pianificato nei dettagli. Secondo gli investigatori, il dialogo (registrato dalle “cimici” piazzate dai militari), fra il boss di Balestrate Alfonso Scalici e Maurizio Conigliaro, accusato a sua volta non di associazione mafiosa ma di aver acquistato da Scalici una grossa partita di droga, lascerebbe pochi dubbi sulle intenzioni di ammazzare il mazarese Michele Giacalone. Quest’ultimo, nel 2018, avrebbe acquistato da Scalici e da Conigliaro un chilo di cocaina per 45 mila euro ma non avrebbe pagato il conto, colpa imperdonabile per i due malviventi di Balestrate. Le microspie hanno registrato il dialogo fra Scalici e Conigliaro, dove il primo si sfoga con l’altro e gli confida la sua intenzione: “ lo devo andare ad ammazzare”, riferendosi a Giacalone, anche perché Scalisi, nel frattempo, riceveva pressioni dal grossista della droga dal quale aveva avuto la cocaina poi “rivenduta” al mazarese. Questo tipo di dialogo ha fatto scattare il fermo dei due su ordine del procuratore aggiunto Salvatore De Luca e del sostituto Amelia Luise. Per ammazzare Michele Giacalone, fino a qualche tempo prima impiegato presso una cooperativa di pescatori a Mazara, il boss Scalici aveva anche chiesto aiuto a Salvatore Montagna, pluripregiudicato per rapina e tra l’altro anche consuocero di Nicola Ingarao, reggente del mandamento di Porta Nuova, eliminato per volere dell’altro boss di mafia Salvatore Lo Piccolo, nel 2007.

Ma un ruolo di intermediario l’avrebbe avuto anche un pregiudicato marsalese, Riccardo Di Girolamo, detenuto agli arresti domiciliari, dal quale si sarebbe recato il boss Alfonso Scalici lo scorso 30 dicembre. Scalici lo avrebbe informato del suo progetto di ammazzare Giacalone :” poi faccio passare un po’ di tempo e mi vado a levare questa spina dal dito… lo devo andare ad ammazzare… ultimamente con mio compare e un altro picciotto abbiamo pensato… ce l’andiamo a prendere ce lo mettiamo nel furgone ce ne andiamo verso Gallitello… ce ne andiamo verso Gallitello… ci buttiamo un bidone di benzina gli diamo fuoco… e prima che fanno il riconoscimento…… sono 45.000 euro… 45.000 euro sempre glieli devo tornare a quello… e dico: ma questo vero è venuto da me e mi ha fottuto un chilo di coca?…”.

Il boss di Balestrate avrebbe chiesto in sostanza al pregiudicato Di Girolamo se conosceva qualcuno in grado di avvicinare Giacalone per far sì che il mazarese abboccasse e salisse in auto: “… se tu conosci qualche amico buono… gli facciamo il regalo buono… perché tanto… ti puoi avanzare con lui non ti preoccupare gli dici “. Pare che lo stesso marsalese abbia fatto anche un tentativo per convincere Giacalone a pagare il suo debito, lo scorso 9 gennaio “… dice… ma ora sta facendo due anni. Non è che sono 100 euro o 1000 euro. Gliel’ha detto l’amico nostro che già pazienza ne abbiamo avuta tanta… ma questo che lo è andato a trovare… un amico mio… che lui… per dire… lo rispetta, hai capito?’”. A quanto pare però Giacalone non avrebbe comunque pagato e Scalici, lo scorso 22 gennaio avrebbe chiamato Salvatore Montagna ma stavolta con l’intenzione di ferire e non ammazzare Giacalone: “Se tu la vuoi fare… noi dobbiamo acchiappare al ragazzino e gli spariamo alle gambe e basta… basta che mi dai un ferro a me ed un ragazzo che mi guida una moto e gli tiriamo di sopra.. per me ci possiamo andare… se tu vuoi io ci vado a parlare di nuovo ma secondo me è tempo perso… gli spariamo alle gambe e ce ne liberiamo… l’unica è questa”. Da qui la decisione della procura di fermare il proposito criminale.

Ed è anche per stoppare ogni cattiva intenzione che è stato dispoto il fermo di Scalici, in passato processato ma assolto dalle accuse di omicidio e mafia, e recentemente condannato in primo grado per detenzione di una pistola clandestina.

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Un commento

  1. Francesco D'Amico 9 Febbraio 2020 09:49

    IL MIO COMMENTO… RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE HANNO VOTATO LA CANZONE VINCENTE QUESTA NOTTE… E UN OMAGGIO A TUTTE LE PERSONE… SOPRATTUTTO QUELLE COME ME CHE DA ANNI FACCIO RUMORE PER POI NON ESSERE CONSIDERATO. LA COSCIENZA DI CHI SE NE FREGA DEGI ALTRI UN GIORNO ARRIVERA LA FINE DELLA LORO VITA… “SARÀ INUTILE FARE RUMORE”… CRISTO NON VI ASCOLTERÀ. (LA VOSTRA SPORCA COSCIENZA… “CHI CANAGLIA”. (FARSI LA CACCA DURANTE UNO MUORE, E VERAMENTE BRUTTO)!!!

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