Intercettato un boss di Palermo che progettava di “punire” un mazarese che non aveva pagato una partita di droga. Operati due arresti

Gaspare De Blasi

Intercettato un boss di Palermo che progettava di “punire” un mazarese che non aveva pagato una partita di droga. Operati due arresti

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giovedì 06 Febbraio 2020 - 08:50

La Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Palermo ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, eseguito nelle prime ore della mattinata odierna dai Carabinieri della Compagnia di Partinico, nei confronti di due indagati ritenuti responsabili, il primo, Alfonso Scalice di Balestrate, per reati di associazione mafiosa, acquisto per lo spaccio di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente del tipo cocaina ed estorsione, il secondo, Maurizio Conigliaro di Palermo, solo per l’acquisto dell’ingente quantitativo di sostanza stupefacente in concorso con il primo.

La ricostruzione investigativa effettuata dalla Direzione Distrettuale palermitana permetteva di rilevare significativi elementi di riscontro in ordine all’appartenenza di Scalici alla famiglia mafiosa di Balestrate (inquadrata all’interno del mandamento di Partinico); utili elementi in tal senso si ricavano anche dalle dichiarazioni rese nel gennaio 2019 da Filippo Bisconti, divenuto collaboratore di giustizia a seguito del fermo del precedente dicembre 2018 nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “CUPOLA 2.0”.

Concreti elementi circa la forza di intimidazione espressa sul territorio del comune di Balestrate da Scalici emergono dall’analisi delle modalità cui lo stesso è ricorso per il recupero di somme di denaro di cui gli erano debitori vari acquirenti di stupefacente, nonché per la gestione di rapporti e la conduzione di affari con terzi. In particolare, sono emersi indizi anche in relazione ad una richiesta estorsiva nei confronti di un cittadino balestratese; alla programmazione del furto di un automezzo in danno di un imprenditore di Borgetto (PA) attivo nel settore vinicolo (azione che Scalici intendeva compiere avvalendosi della collaborazione di pregiudicati contigui al mandamento di Palermo Porta Nuova); all’organizzazione della turbata libertà degli incanti nel bando di gara che il comune di Balestrate indirà prossimamente per la gestione della locale villa comunale.

Nel corso delle indagini che determinavano l’ufficio della Procura all’emissione del provvedimento di fermo, Scalici emerge altresì per una vicenda relativa alla programmazione di un’azione di fuoco finalizzata ad uccidere ovvero gambizzare un ragazzo mazarese debitore nei confronti di Scalici e di suoi fornitori palermitani – tra i quali anche il Conigliaro – della somma di 45.000,00 euro a seguito della cessione di 1 kg di cocaina avvenuta due anni addietro.

Per la risoluzione di tale problematica, Scalici programma di avvalersi, oltreché del Conigliaro, anche di un altro pregiudicato palermitano, premurandosi di informare di tale iniziativa – richiedendo quindi implicitamente un’autorizzazione a procedere nel senso – soggetti vicini al mandamento di Mazara del Vallo.

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