Si trovava a casa sua a Marsala eppure è stato imputato per una rapina che avrebbe commesso a Rimini e ha dovuto affrontare tre anni di guai giudiziari.
Un testimone infatti, di mestiere guardia giurata, aveva riconosciuto il marsalese P.S. di 57 anni e un suo presunto sodale A.F. di anni 58 originario di Lecce come autori di una rapina di un enorme quantitativo di rame di una ditta di Rimini dismessa.
La guardia giurata giunta sul posto durante la rapina ha affermato di avere riconosciuto i due che si sono dileguati dopo averlo minacciato, a bordo di una vettura di cui ha rilevato la targa. L’istruttoria si è svolta con l’esame dei testi del P.M. Le indagini difensive sono state sostenute per quanto attiene l’imputato marsalese dall‘avvocato del foro lilybetano, Nicola Sammaritano. “Tutti i testi da noi prodotti hanno escluso la presenza degli imputati a Rimini nella data in cui si è svolta la rapina – ci ha detto il legale marsalese -. Il mio assistito poi non era mai stato in Emilia Romagna. Il P.M. aveva attribuito al mio difeso la titolarità della vettura usata dai rapinatori. Invece si è dimostrato era intestata ad un omonimo (di cognome). Il Tribunale, correttamente, sulla base degli atti, ha assolto pienamente i due imputati”.