Pubblichiamo oggi la seconda parte dell’intervista rilasciata alla nostra testata dal sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano. Dopo la prima parte, principalmente centrata sull’azione amministrativa, qui il primo cittadino castelvetranese parla del movimento a cui appartiene (il M5S) e della situazione particolare che sta vivendo.
Cambiamo argomento e torniamo a parlare di Cinquestelle. Negli ultimi tempi sono in calo rispetto all’exploit degli anni scorsi. Ignazio Corrao, europarlamentare pentastellato è tornato in questi giorni nel suo territorio, Alcamo e anche Castelvetrano per incontrare i cittadini. Che succede?
Ignazio Corrao è un giovane leader del Movimento ed è una persona in cui credo, mi è simpatico. Ha quel sentimento bello di chi le cose le dice con ardore e lui sostiene due cose: la prima è che il Movimento non deve abbandonare i sogni e gli obiettivi. Ed ha ragione.
Soprattutto in un momento di discesa come questo, sindaco?
Sì, soprattutto.
Perché i cinquestelle calano nei consensi?
Io da sempre sostengo che nel Movimento manchi la mappatura delle competenze.
Ovvero?
All’inizio di tutto, eravamo dei cittadini che si riunivano e avevano voglia di fare qualcosa per cambiare le cose, Cosa facesse ognuno come professione, neanche lo sapevamo.
E’ stata questa la forza iniziale, non è così?
Certo, ma nel momento in cui siamo andati al governo, se ci fosse stata una mappatura, dare gli incarichi alle persone giuste sarebbe stato meglio. A me, per esempio, che sono stato dirigente di banca, nessuno mi ha chiamato per fare il tesoriere e sarei stato la persona più adatta. Mi intendo di finanza e avrei potuto dare certo una mano. La mappatura delle competenze per questo è importante, ora finalmente lo stanno facendo. Questo è stato il primo errore.
E il secondo errore quale è stato?
Andare al governo è una cosa complicata e forse ci si aspettava miracoli ma, senza soldi, come si fa? Bisognava continuare a parlare, a dire le cose come stavano. Io non ho mai abbandonato il meetup che è il nucleo da dove siamo partiti, quel nucleo di cittadini attivi che in maniera spontanea si sono riuniti e hanno iniziato a fare politica.
Cosa non ha funzionato, sindaco?
Non bisognava perdere quel riferimento lì. Lo stesso Di Maio è partito dal meetup, tutti siamo partiti da lì. C’è stato questo scollegamento ed è stato un errore. Poi le dico che non si è sentita la base su dei principi pentastellati che purtroppo si sono persi per strada.
Non allearsi con nessuno e andare al governo è conciliabile? Non allearsi per non contaminarsi alleandosi con altre forze politiche forse è stato il punto di forza iniziale ma può essere perseguita come strada e al contempo governare?
Non bisognava però spiegare questo attraverso un aggeggio elettronico, la Piattaforma Rousseau.
E cosa bisognava fare?
Tutti i leader dovevano tornare nei luoghi d’origine e spiegarlo. Ecco perché parlo di contatto con il territorio. Bastava farlo a livello provinciale. I deputati regionale avrebbero dovuto incontrare gli attivisti in un’unica riunione e spiegare ad esempio l’alleanza con la Lega. Spiegare il senso di quel contratto e perché si era fatto in quel dato modo. Non si può votare sulla piattaforma Rousseau per cose così importanti. Il voto sulla piattaforma disumanizza tutto.
È una cosa asettica?
Sì, io ci voglio arrivare con un ragionamento nelle cose non con un sì o con un no. Bisognava discuterne e poi ogni deputato, provincia per provincia avrebbe portato con sé un sentiment che avrebbe riferito ai vertici nazionali
Bisogna avere coraggio sindaco, correre il rischio del confronto? Questo è mancato?
Io ogni mattina, nel tragitto che percorro da casa per venire qui al Comune, incontro gente che mi espone i suoi problemi. A volte sono così carico di altre urgenze che vorrei volare ma mi rendo conto che devo farlo, è necessario ascoltare, capire. Debbo affrontare la realtà ogni giorno, è necessario. E poi sono stati abbandonati degli obiettivi.
Per esempio, quali?
Eravamo abituati a criticare quello che non andava stando all’opposizione e quando si è al governo non è più possibile. Questo è frustrante. E certi obiettivi sono stati accantonati per via delle alleanze.
Cosa ne pensa di questa alleanza di governo fra i Cinquestelle e il PD?
Innanzitutto le dico che all’interno dei Cinquestelle c’è di tutto. Non proveniamo tutti dalla sinistra né dalla destra. Ci sono tante anime nel Movimento. C’era anche chi amava stare con la Lega di Salvini, io francamente, no. Mi è indigesto. Non ho accettato di avere gente della Lega per il mio sostegno elettorale, ho resistito. Io nasco di sinistra.
Torniamo al PD, come la vede questa alleanza?
La vedo bene. Ora però dovrebbero essere più credibili. Questa litigiosità non serve più, bisogna governare, attuare quello che si ha in mente. Salvini è tornato a crescere e quando penso che Salvini possa vincere le elezioni, vorrei andare all’estero. Dopo quel ventennio di Berlusconi, un altro ventennio con Salvini, sarebbe troppo. Salvini è un uomo televisivo, parla alla gente e la gente vuole questo. Il fascismo è nato così, con idee popolari condivisibili dalla gente, con la propaganda. E la gente dimentica che ha fregato 49 milioni di euro. Ma come può un siciliano votare Lega?
Ci dica qualcosa in più di lei, sindaco, lei è poco mediatico.
Io non amo stare sotto i riflettori. Sono originario di un piccolo comune, Sant’Angelo Muxaro in provincia di Agrigento, sono sindaco di Castelvetrano e cerco di fare bene il mio lavoro.
Tiziana Sferruggia