Con la tradizionale processione in mare del simulacro d’argento di San Vito – patrono della città – e il lancio della corona di alloro nelle acque per onorare le vittime del mare, si è concluso ieri a Mazara del Vallo il Festino per il Santo. «La processione e la benedizione delle acque e di quanti nel mare operano, ha inteso riparare i misfatti omicidi di questi anni e riconciliare tutti noi con il Mediterraneo»ha detto il Vescovo monsignor Domenico Mogavero, nel suo discorso sulla banchina di piazza G.B. Quinci, al rientro del peschereccio “Maria Grazia” che ha trasportato il simulacro in mare. «Il Mediterraneo è mare dell’uomo di ogni uomo, mare di incontro, di accoglienza, di dialogo, di pace, culla dell’umanesimo solidale». A fianco al Vescovo hanno presenziato il sindaco Salvatore Quinci e il presidente del consiglio comunale, Vito Gancitano.
Monsignor Mogavero ha ribadito che «la città ha bisogno di progettualità propositive, di teste pensanti, di operosità fattive, di ancoraggio ai valori radicati nella nostra visione della persona e del mondo, senza diventare subalterni di matrici filosofiche paganeggianti e di modelli esistenziali, superficialmente religiosi, che ci sono estranei per origini e che sono incompatibili con la nostra cultura umanistica, permeata da radici cristiane». Con lo sguardo rivolto al Mediterraneo, il Vescovo ha indicato «questo mare come l’ultimo baluardo di libertà che vedono tanti migranti», e ha chiesto a San Vito di «accompagnare la città nella riscoperta della sua vocazione di porto sicuro e di città faro del Mediterraneo, porta aperta e accogliente verso quanti attendono risposte umane e degne alle loro domande di futuro e di speranza». Monsignor Mogavero ha richiamato, altresì, il concetto di «forte autonomia di giudizio, per evitare di appiattirci sugli slogan di facile impatto: dobbiamo avere il coraggio di testimoniare da che parte stiamo, assumendoci ognuno le proprie responsabilità, affinché l’Italia non sprofondi in un baratro morale, prima che economico». Il simulacro d’argento del Santo, dopo la processione per le vie di Mazara del Vallo, è stato ricollocato in una nicchia della chiesa di San Michele, annessa al monastero delle monache di clausura.