Una situazione indecente sia in termini logistici che strutturali: fili elettrici “volanti” non idoneamente collocati, prese elettriche anch’esse con fili e prolunghe svolazzanti, sedie fatiscenti e assenza di presupposti minimi di igiene, salubrità e sicurezza. Queste alcune tra le criticità denunciate dal sindacato UILPA Polizia Penitenziaria della Sicilia, che ha effettuato una visita alla casa circondariale “Pietro Cerulli” di San Giuliano (Erice) con una delegazione composta dal segretario generale Gioacchino Veneziano, il segretario generale aggiunto della UILPA Polizia Penitenziaria di Trapani Ignazio Carini ed il Segretario del gruppo aziendale della UILPA Polizia Penitenziaria di Trapani Salvatore Badalucco. Molto lungo è comunque l’elenco delle doglianze raccolte all’interno dell’accurata relazione successiva alla visita.
Un quadro complesso, in cui emergono inevitabilmente le difficoltà della Polizia Penitenziaria, che può contare su 242 unità in servizio a fronte di una pianta organica che ne prevederebbe 300. Nello specifico, 40 agenti sono impiegati presso il Nucleo Provinciale Operativo Traduzioni e Piantonamenti, 85 sono utilizzati nei compiti e servizi attinenti la sicurezza, aggiuntivi, 80 risultano assenti per la fruizione di diritti soggetti. In pratica rimangono 37 Poliziotti Penitenziari suddivisi nell’arco delle 24 ore che si occupano del controllo e della sicurezza di una struttura carceraria che oggi conta 535 reclusi. Alla luce di ciò, la Uilpa invita Sua Eccellenza il Prefetto di Trapani a visitare la struttura, “al fine di constatare di persona in quali condizioni viene svolto l’encomiabile lavoro di questi Poliziotti, che contribuiscono alla sicurezza dei cittadini al pari delle altre Forze dell’Ordine.
Nei giorni scorsi, anche una delegazione del Partito Radicale e della fondazione “Giuseppe Gulotta” (composta da Rita Bernardini, Donatella Corleo, Silvia De Pasquale, Laura Ancona e Baldassare Lauria) avevano visitato la struttura, chiedendo la chiusura immediata della sezione blu, destinata ai detenuti in isolamento. L’avvocato Lauria, in particolare, aveva definito un lager la suddetta sezione, alla luce di “celle che non hanno i requisiti minimi previsti dalle Convenzioni internazionali” e che si trovano in “pessime condizioni di mantenimento” sotto il profilo igienico-sanitario. Giudicate “sovraffollate”, invece, le sezioni Adriatico (190 detenuti) e Mediterraneo (224), che superano del 20% la capienza consentita.
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