Alla fine, l’atteso incontro tra il presidente della Regione Nello Musumeci e l’imprenditore marsalese Salvatore Ombra non c’è stato. O, almeno, non ancora. “C’è stata una breve telefonata – chiarisce l’ex presidente di Airgest – in cui il presidente mi ha detto che voleva incontrarmi. Ma ancora non c’è stata occasione”.
Poco più di due settimane fa, com’è noto, Salvatore Ombra aveva scritto una lettera pubblica al presidente della Regione, manifestando la propria disponibilità a tornare alla guida di Airgest, anche a titolo gratuito, in sostituzione del dimissionario Paolo Angius. “Sono qui che attendo – prosegue l’imprenditore lilybetano – consapevole che la stagione invernale e già andata e se vogliamo arrivare in tempo per la summer 2020 occorre fare presto. In tale senso, sta subentrando un po’ di ansia da prestazione, perché bisogna comunque intavolare un discorso di prospettiva per convincere le compagnie della bontà del nostro progetto. Più si va avanti, più diventa difficile. Purtroppo i tempi della politica stanno diventando troppo lunghi, a fronte delle problematiche del territorio, che diventano sempre più gravi”.
Ombra sottolinea come la provincia di Trapani sia, attualmente, il fanalino di coda di una regione che, a sua volta, è in coda alle classifiche nazionali in termini di crescita economica. Nel caso in cui Musumeci gli affidasse l’incarico di guidare Airgest, Ombra promette studio e impegno, come avvenuto per il suo primo mandato: “Non ho la pozione magica, non esistono soluzioni precostituite. Serve incoscienza, un pizzico di follia, studio e buona volontà da parte di tutti. Il singolo, da solo, non può risolvere tutti i problemi”. L’ex presidente della società di gestione di Birgi torna a dire di essere “profondamente dispiaciuto per la situazione dell’aeroporto e per i dati sul turismo in provincia di Trapani”, ribadendo di avere grande voglia di rilanciare lo scalo. “Però abbiamo poco tempo. Capisco che il presidente Musumeci sia stato impegnato con l’emergenza di Stromboli, ma anche qui c’è un’emergenza, perché c’è l’economia di un intero territorio che rischia di morire”.