“L’operazione antimafia “Scrigno” che ha portato agli arresti di 25 soggetti fra i quali l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello ci impone una seria riflessione sulla capacità di infiltrazione e inquinamento del tessuto politico, economico e sociale nei territori che amministriamo”. A rompere il silenzio della politica marsalese sull’operazione “Scrigno” è il consigliere comunale Daniele Nuccio, che ha inviato una nota agli organi di stampa sottolineando che “oggi più che mai è importante tenere alta l’asticella del controllo sul buon funzionamento della macchina amministrativa, su un tema del quale si parla troppo poco e che riguarda la “qualità del consenso elettorale”, così come non è più possibile rimandare ad un fenomeno superato l’idea che il nostro territorio sia ancora inquinato dalla mafia”.
“Lo si evince – ricorda Nuccio – da diverse relazioni della DIA, dalle determinazioni alle quali sono giunte in più occasioni le Commissioni parlamentari Antimafia, da diverse azioni della magistratura e delle forze dell’ordine alle quali dobbiamo rivolgere il nostro più sincero apprezzamento. Riconoscere impotenti che la magistratura arriva sempre prima della politica rappresenta al tempo stesso una grave sconfitta. Così come è giunto il momento che la società civile torni a mobilitarsi, a prendere posizione, ad occuparsi della cosa pubblica nell’interesse della collettività. Che la gente torni a pretendere di più dalla classe politica che la rappresenta, non accontentandosi della promessa di un posto di lavoro o di un contributo economico, superando il muro di gomma dell’omertà e della connivenza. La nostra non sarà mai una terra normale fino a quando gli insegnamenti dei martiri, dei nostri “santi laici”, di tutte le vittime della violenza mafiosa, resteranno semplici aforismi da ripetere in occasione delle ricorrenze. Quegli insegnamenti devono diventare testimonianza di un modo di pensare, di agire nel vivere quotidiano, nel rivendicare i propri diritti contrastando la sopraffazione, la legge del più forte, quella politica basata sul clientelismo. C’è tuttavia una Sicilia diversa, una società che si ribella a chi di fatto nega la possibilità di uno sviluppo che non sia appannaggio esclusivo di consorterie politico-criminali, a chi ha rubato il futuro alle migliaia di ragazze e ragazzi costretti ad abbandonare la propria terra, nella ricerca di un futuro possibile e che si schiera con quanti oggi resistono, associazioni, imprenditori, studenti, lavoratori, insegnanti e che hanno ben chiaro l’importanza del proprio impegno per cambiare lo stato di cose presente, quanti non hanno padroni e mai ne avranno”.