Una forte scossa di terremoto questa notte ha sconvolto Catania. Di magnitudo 4.8 registrata alle 3,18 dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a solo 1 km di profondità ed epicentro vicino ai comuni di Viagrande e Trecastagni, nel nord della Città etnea. Molte persone nel panico per le strade, al momento 28 i feriti di lieve entità e diversi i danni segnalati. Sono crollati muri di case, prospetti, statue (come quella di Sant’Emidio protettore dei terremoti). Ma nei giorni precedenti c’erano state molte avvisaglie, si contano oltre 900 scosse sino adesso.
L’Etna si è svegliato, ha sbuffato per diversi giorni fino all’eruzione. Un fine d’anno che ha portato un’allerta nella parte Orientale della Sicilia e nelle Isole Eolie, dove anche Stromboli emana fumo. Occhi puntati anche su Marsili al largo tra Campania e Sicilia.
In queste ore diverse persone stanno tornando a Marsala, Trapani e in altre città della Provincia, dopo aver trascorso le vacanze a Catania, o semplicemente per trascorrere il Natale in famiglia. Inoltre, a seguito del terremoto e su richiesta della Direzione Regionale Vigili del Fuoco Sicilia, dal Comando provinciale VV.F. di Trapani sono partiti un Sezione Operativa versione sisma, con 9 uomini e 4 automezzi, 2 funzionari tecnici e 3 unità USAR, per un totale di 16 uomini e 8 automezzi.
Tanti i messaggi lanciati sui Social rivolti al terremoto. C’è chi informa che è stata chiusa l’autostrada per Messina (da Acireale a Giarre), c’è chi si sincera degli amici in zona, c’è chi fornisce consigli utili su come affrontare al meglio un sisma:
C’è anche chi scrive: “Comincio ad avere seriamente paura” e chi invece, a seconda della zona non ha avvertito nulla, dormendo. Ma le foto dimostrano come sia stata una scossa allarmante e che l’Etna va monitorato di ora in ora.
Anche la stampa estera sta tenendo d’occhio la situazione:
L’attività dello Stromboli eoliano, in contemporanea a quella eruttiva del vulcano Etna, considerato il più grande vulcano attivo in Europa, continuano a lanciare lapilli. Da una iniziale “allerta verde”, che simboleggia l’attività ordinaria, presto è passata in “gialla” con un livello di grande attenzione, con la relativa fase operativa di “attenzione” come disposto dal Piano Nazionale di Emergenza per l’Isola di Stromboli. I cambi di livello di allerta, si avverte, possono anche essere repentini. Secondo una nota, diramata dalla Protezione civile, il livello di allerta dipende dalle segnalazioni delle fenomenologie e dalle valutazioni di pericolosità, diramate dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e il Dipartimento Scienza della Terra dell’Università di Firenze. Nubi di cenere hanno già avvolto i paesi vicini del versante orientale dell’isola, in particolare Santa Venerina e Zafferana Etnea. Gli esperti hanno confermato il collegamento tra i due vulcani siciliani. Lo sciame sismico è ancora in corso, ed è rimasto chiuso l’aeroporto Fontanarossa così come, naturalmente, la funivia.
Nel XXI secolo diverse sono state le eruzioni dell’Etna. Ma sicuramente le più devastanti furono quella del 1669, che ebbe inizio in primavera e si concluse a metà luglio dello stesso anno, seppellendo centri abitati giungendo fino al mare, e quella del 1928, in cui si elevò una nube di materiale piroclastico e successivamente la lava distrusse la città di Mascali anche in questo caso portandosi fino al mare.