Noi amiamo il cinema. Siamo cresciuti a pane e Impero, quando oltre al locale di Porta Nuova c’erano altri 5 (almeno) posti dove ogni sera andare a passare un paio di ore a guardare un film. Magari erano brutti, ma ci andavamo lo stesso. Poi il mondo è cambiato e ora ce li vediamo a casa sulle varie piattaforme (e sono magari brutti lo stesso). Ci innamorammo di registi dei quali aspettavamo ansiosamente che uscisse la “prossima” opera. Ci piaceva (e ci piace ancora) Nanni Moretti regista che conoscemmo da “Ecce Bombo” in poi. Oltre al suo lavoro Moretti è stato qualificato come un intellettuale di sinistra. Sono rare le sue apparizioni pubbliche per cui abbiamo guardato con interesse (e ce ne vuole a guardare Fazio…) il suo intervento a Che tempo che fa. Non solo il suo ultimo lavoro ci interessava ma anche conoscere il suo parere sull’attuale situazione della politica italiana. Immaginavamo che, coerentemente con la sua intellettualità che lo ha sempre contraddistinto, avrebbe sferzato qualche “frecciatona” alla sinistra e in particolare al partito che per sua ammissione ha votato: il Pd. Ci è sembrato di capire che il grande regista abbia addebitato al suo partito un solo errore: la mancata approvazione dello Ius soli. Da Nanni Moretti avremmo pensato di pretendere di più. Avremmo pensato che da elettore avrebbe chiesto conto al Pd per i tanti errori compiuti di recente. Andiamo, come si dice, a braccio: a Moretti piace la Buona scuola? E che ne pensa del Jobs act? E lui chiederebbe al gruppo dirigente democratico perché e come si è inimicato un simbolo della sinistra storica come l’Anpi? Potremmo continuare passando dalla chiusura dell’Unità, fino al divisivo referendum costituzionale. Ci verrebbe da scrivere che non sono fatti nostri ma del regista. Ma non è così, ci interessa e ci sarebbe ancora di più interessato conoscere il pensiero di Nanni Moretti del quale ricordiamo le posizioni politiche all’interno dei film Caro Diario e Palombella Rossa nei quali ci ricordava che “le parole sono importanti”. E che dire di Aprile e del proverbiale “D’Alema, di’ qualcosa di sinistra.” Credo che il cinema italiano abbia bisogno del Nanni Moretti regista. Al contempo l’Italia avrebbe gran bisogno di un nuovo “ceto” di intellettuali. Per questo vorrei che Nanni Moretti salisse ancora una volta su un palco e ripetesse, nuovamente, quella frase che scosse i vertici della sinistra di un tempo: “Con questa classe dirigente non vinceremo mai!”. E invece, speriamo che non sia così, dobbiamo accettare probabilmente il fatto che, se il Nanni Moretti di allora incontrasse il Moretti di oggi, rivolgerebbe a se stesso il monito: “Nanni, di’ qualcosa di sinistra”.
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