Il destino di Birgi e la fatica di Sisifo

Vincenzo Figlioli

Marsala

Il destino di Birgi e la fatica di Sisifo

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martedì 04 Dicembre 2018 - 06:58

Tra i personaggi della mitologia greca, uno dei più dannati in assoluto è considerato Sisifo. Ritenuto colpevole di aver più volte tentato di ingannare Zeus, fu costretto dagli dei a passare il resto dei suoi giorni trascinando un pesante macigno fino alla sommità di una montagna, da cui, inevitabilmente, finiva per scivolare fino a valle. Da lì doveva riprenderlo, tentando di riportarlo su, ma l’epilogo della sua fatica era ogni volta uguale.

Nessuno augura a se stesso di essere Sisifo: sarebbe come desiderare un destino di fatica e frustrazione perenne. Eppure, la sensazione è che, spesso, lo spirito di questo personaggio mitologico aleggi intorno alle sorti del nostro territorio. Potremmo fare tanti esempi a riguardo, il più eclatante riguarda l’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi, che si trova in una situazione di stallo ormai da due anni. Esattamente, dalla scadenza del primo accordo di comarketing con Ryanair. Da allora è successo un po’ di tutto: la Regione ha stanziato milioni di euro a più riprese, alcuni Comuni si sono attivati per far sì che l’aeroporto continuasse ad avere un futuro, i cittadini e gli operatori turistici hanno fatto sentire (seppur in maniera discontinua e disordinata) la propria voce e sono stati predisposti due nuovi bandi nella speranza di riportare a Birgi un numero di collegamenti adeguato a uno scalo competitivo. Tutto questo movimento, purtroppo, non si è ancora concretizzato in risultati concreti per il futuro del “Vincenzo Florio” e l’economia turistica del territorio trapanese.

Anche la recente visita del presidente della Regione Nello Musumeci ha lasciato più perplessità che speranze, a partire dalle contestuali dimissioni dal Consiglio d’amministrazione di Elena Ferraro. L’imprenditrice belicina, nel giro di alcuni mesi aveva dimostrato attenzione e dedizione alle sorti dello scalo, diventando un punto di riferimento per i vari interlocutori del territorio. I problemi burocratici fatti emergere dagli uffici regionali rispetto alla sua nomina hanno di fatto pregiudicato il prezioso lavoro portato avanti in questi mesi. E, come al solito, si dovrà ricominciare daccapo, con un’altra figura che impiegherà settimane per cominciare ad orientarsi. Qualcosa di simile era accaduto con il direttore generale: scaduto il mandato di Giancarlo Guerrera, era toccato a Massimo Di Perna. Anche in questo caso, sembrava di essere di fronte a una persona esperta e competente, ma un altro vizio di forma evidenziato da una lettera inviata agli uffici regionali aveva convinto il manager a rinunciare.

In tutto ciò, si continua a perder tempo e la programmazione per le prossime stagioni appare sempre più complessa, con inevitabili disagi per chi, negli anni scorsi, ha scommesso su questa terra, investendo nel settore turistico. Contestualmente, appare evidente che mentre a intorno a Birgi Sisifo continua a portare avanti la sua missione, in altri palazzi si stanno perseguendo altri obiettivi. Fusione e privatizzazione appaiono parole vuote e prive di senso se non associate a una visione che non può prescindere dalle esigenze del territorio.

E’ dunque arrivato il momento che i rappresentanti politici di quest’area geografica tanto bella quanto periferica si facciano carico di un ragionamento che deve invertire la rotta: non più da Palermo verso la provincia di Trapani, ma dalla provincia di Trapani verso Palermo. Non servono deputati che vengano nelle nostre città a spiegarci cosa vuole fare la politica regionale per il “Vincenzo Florio”. Servono deputati che sappiano farsi portavoce dei bisogni delle proprie comunità e rappresentarle nelle assemblee in cui sono stati eletti. Un concetto tanto semplice, quanto di nebulosa applicazione. Occorre qui ricordare, ancora una volta, che la salvaguardia di quest’aeroporto è l’ultima occasione che abbiamo per evitare che questa provincia, completi il processo di inesorabile impoverimento con cui fanno i conti ogni giorno i suoi cittadini. O, almeno, quelli che ancora restano, novelli Sisifo che vorrebbero riscattare quel destino di dannazione che altri dei sembrano aver scelto per loro.

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