Bolzano, Trento e Belluno sul podio della qualità della vita 2018. L’indagine realizzata da ItaliaOggi Sette replica quest’anno i primi tre posti del 2017, a conferma della solidità delle posizioni di vertice ormai raggiunta dalle città del Nord-Est.
Nelle prime 40 posizioni ci sono città del centro-nord: Verona e Padova, Brescia, Parma, Modena, Reggio Emilia, Bergamo, Trento, Forli, Vicenza, Bolzano e Piacenza, città da 100mila abitanti ad un numero inferiore cosa che, a ben guardare, potrebbe essere indicativo sulla vivibilità di un centro cittadino. Ed infatti a cadere dalla alte classifiche, sono le grandi metropoli italiane: Milano è al 55° posto, Torino è al 78°, Roma all’85°, Palermo al 106° e Napoli al 108°. “Governare i grandi centri è molto più difficile a causa delle lentezze e della pesantezza dell’apparato burocratico e ammnistrativo, che non consentono rapidi cambi di posizione o possibilità di adattamento in tempi rapidi al mutare dei contesti sociali, politici, culturali” scrive Italia Oggi, quindi non si salva nessun governo che sia di destra, di sinistra o… pentastellato.
Sono abbastanza evidenti i segnali di un Mezzogiorno che punta a emergere dalle tradizionali zone di insufficienza. Quest’anno Teramo e Matera sono sbucate nella prima metà della classifica. Ma ci sono numerose classifiche parziali, da quella ambientale a quella sulla criminalità, da quella sulla popolazione a quella sul sistema salute che vedono città del Sud in posizioni di vertice. Al contrario, mentre vent’anni fa il disagio sociale e personale era un fenomeno prevalentemente del Nord, ora sta emergendo anche al Sud.
Dal quadro generale, la Sicilia è “rossa”, ma nel senso della peggiore qualità della vita, da Trapani a Siracusa si vive in maniera “pessima”. ed ecco ancora una volta un’Italia spaccata in due.