Ieri in Commissione Bilancio, alla presenza dell’Assessore regionale per l’economia, Gaetano Armao e dell’Assessore regionale per l’Agricoltura Edy Bandiera, sono state ascoltate le figure apicali dell’Istituto regionale del vino e dell’olio (IRVO) e dei rappresentanti sindacali, in difesa dei 63 dipendenti, di cui 26 dirigenti, che a causa delle problematiche finanziarie in cui versa l’Ente, non percepiscono lo stipendio da ottobre. La nostra redazione aveva raccontato le preoccupazioni dell’Ente, che ha una sede a Marsala, in via Trapani, raccogliendo anche i malumori dei dipendenti. Per l’assessore Bandiera, l’Istituto lo scorso anno “… ha rischiato di perdere la dicitura “DOC Sicilia”.
Con notevole sforzo e impegno, siamo riusciti a salvare la Certificazione che garantisce un introito di 1,6 milioni di euro l’anno. L’IRVO è importante per quello che rappresenta, specie se accostato al trend del comparto enologico e dell’olio d’oliva, il quale è in continua crescita”. L’IRVO chiede la risoluzione delle problematiche finanziarie attraverso un piano di rientro triennale, che possa permettere all’Istituto di tornare concorrenziale. “La Regione avrebbe una duplice convenienza nel mantenere in vita l’Ente, ovvero: quella di avere in casa un sistema di certificazione regionale e soprattutto perché ci guadagnerebbe”, affermano dall’IRVO. I rappresentanti sindacali, intervenuti in difesa dei dipendenti, fanno notare che il mancato pagamento degli stipendi, azionerebbe un circolo vizioso che coinvolgerebbe anche i produttori di vino, i quali subirebbero un danno enorme per la mancata certificazione delle loro produzioni. “Quello che sta succedendo, doveva già accadere l’anno scorso. Solo un intervento in Commissione – ha riferito Bandiera -, ha permesso che l’Ente oggi sia ancora in vita piuttosto che in liquidazione. Abbiamo deciso di salvare e investire nell’IRVO, con la consapevolezza che i soldi sono pochi e non ci si può più adagiare sugli allori.